Nuovo progetto per le maleodoranze a Settimello

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Comune di Calenzano

Un nuovo progetto per individuare le diverse fonti delle maleodoranze segnalate a Settimello. Sarà attivo da gennaio a luglio del prossimo anno, andando a puntualizzare l’attività di monitoraggio portata avanti negli ultimi due anni.

I primi due progetti, quello di Arpat e quello del dipartimento di chimica dell’Università di Firenze, hanno individuato dati importanti, sia in merito ai valori di PM10 e PM2,5 che sono in linea con quelli dell’area metropolitana e rientrano ampiamente nei limiti previsti, sia in merito alle sorgenti delle varie componenti rilevate nell’aria, che sono principalmente originate dal riscaldamento domestico con biomassa, dal traffico veicolare e un dato chiamato “suolo urbano”, composto essenzialmente da polveri di origine antropica. Solo il 5,3% proviene dall’industria.

“I progetti degli ultimi due anni hanno fornito dati importanti sulla qualità dell’aria a Settimello, rilevando che i valori sono sempre rimasti ben al di sotto dei limiti consentiti – ha commentato il sindaco Riccardo Prestini –. Rimane comunque il fatto che le maleodoranze avvertite, per quanto non risultano dannose per la salute, costituiscono un disagio sul quale vogliamo intervenire. Per questo facciamo ora un passo ulteriore, andando a rilevare tramite nuove tecnologie le componenti presenti nell’aria, nel luogo e nel momento in cui ci sono le segnalazioni”.

La giunta municipale ha approvato un nuovo accordo con il dipartimento di chimica dell’Università di Firenze, che vedrà un ulteriore monitoraggio il prossimo anno, da gennaio a luglio. Questa volta le componenti presenti nell’aria saranno analizzate nel momento e nel luogo in cui si verificano le maleodoranze, mettendo insieme un nuovo gruppo di cittadini segnalatori, che attiveranno i ricercatori nel momento in cui si sentono gli odori.

“Nelle prossime settimane sarà individuato un gruppo di cittadini segnalatori – ha spiegato l’assessora all’Ambiente Irene Padovani -, che collaboreranno con i nostri uffici e con i tecnici dell’Università per attivare il nuovo monitoraggio. In questo modo vogliamo individuare le fonti dei cattivi odori e per assumere quindi le dovute azioni per contrastarli”.

Al momento infatti non è stato possibile individuare tutti gli elementi dai quali deriva la problematica odorigena, segnalata dai cittadini, ma soltanto alcuni casi di attività svolte in maniera non corretta, che sono state subito fermate e sanzionate. Risulta quindi necessario procedere con una strategia mirata di campionamenti atmosferici, da effettuare direttamente durante la percezione del cattivo odore.

Lo studio dei risultati ottenuti, in combinazione con dati meteorologici, informazioni sulle sorgenti emissive di particolato e informazioni disponibili sulle potenziali sorgenti (attività antropiche e impianti produttivi), potrà consentire di identificare, con evidenze inconfutabile, le sorgenti delle maleodoranze.

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