Seste d’Oro alla memoria di Elio Bartolozzi. Falchi: “Storia rimasta colpevolmente nascosta per troppi anni”

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Lorenzo Falchi-Massimo Bartolozzi (foto del Comune di Sesto Fiorentino)

La sala “Vincenzo Meucci” della biblioteca Ernesto Ragionieri è stracolma. Ci sono semplici cittadini, politici e studenti. L’occasione, d’altronde, è onorevole. Il conferimento delle Seste d’Oro, il più importante riconoscimento comunale, alla memoria di Elio Bartolozzi, deportato il 12 agosto 1944 nel campo di concentramento di Mauthausen, più precisamente a Gusen, il sottocampo destinato all’eliminazione. La sua è una storia di sangue e di violenze subite, ma anche (anzi, soprattutto) di coraggio e lealtà.

Presenti: Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto Fiorentino, Alessio Ducci, presidente Aned Firenze, Marta Baiardi dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza, Roberto Corsi, coordinatore ANPI Sesto, e Massimo Bartolozzi, figlio di Elio.

È un riconoscimento importante e sentito da parte del Comune e della nostra comunità. Purtroppo la storia di Elio Bartolozzi è rimasta colpevolmente nascosta per troppi anni – ha detto Lorenzo Falchi -. Tanti deportati nei campi di concentramento hanno deciso di non raccontare la loro storia. Fortunatamente Elio ha deciso di scrivere un memoriale: “La mia vita prigioniera“. Con il conferimento delle Seste d’Oro saniamo una dimenticanza. La cerimonia di oggi ci trasmette un insegnamento: l’importanza di combattere l’indifferenza. La guerra non è stata combattuta solo da mostri. Primo Levi ha detto di non aver conosciuto mostri nei campi di concentramento, ma persone che ne opprimevano altre. Abbiamo il dovere di non girare la testa dall’altra parte, ma di sostenere le nostre idee e di difendere gli altri“.

Era importante portare alla luce, dopo 75 anni, la storia di Elio Bartolozzi. Non solo per Sesto, ma anche per l’Italia intera – ha aggiunto Marta Baiardi -. Il suo memoriale è disponibile sul sito della Regione Toscana. Lo scrisse appena tornato dalla deportazione. Aveva 21 anni quando è finita la guerra. Elio era un uomo buono, lo posso dire tranquillamente anche se l’ho conosciuto“.

È il raggiungimento di un percorso iniziato nel 2004, anno della morte del babbo – ha concluso il figlio Massimo –. Ringrazio l’amministrazione comunale per il conferimento delle Seste d’Oro e tutte quelle persone che, con grande impegno, ci hanno permesso di arrivare a questo momento“.

“Appena arrivato lì mi fecero ascendere subito e mi portarono all’interrogatorio. Dove in cui è stato simile al primo che anno fatto a casa dove io o detto le solite parole, loro essendo stanchi di bussare ne venne degli altri e incominciarono loro di nuovo con i peggiori maltrattamenti)

STEFANO NICCOLI

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