12 agosto 1944 – Elio Bartolozzi deportato a Mauthausen

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Elio Bartolozzi
Foto ripresa dal profilo Facebook del Comune di Sesto Fiorentino

Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore dei libri Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino – I giorni della nostra storia

Fatti e date che caratterizzano la storia e la cronaca della città di Sesto con la speranza che ci possano aiutare a conoscere la nostra semenza e a intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

SESTO GIORNO PER GIORNO

12 agosto 1944 – Elio Bartolozzi deportato a Mauthausen

Nell’aprile 1944 due gruppi partigiani scesero da Cerreto Maggio per assaltare un treno, proveniente da Firenze, che trasportava soldati tedeschi e militi fascisti. L’assalto non sortì l’effetto sperato e, anzi, tre partigiani furono uccisi e almeno altri due furono feriti. La reazione dei nazi-fascisti indusse i partigiani a ritirarsi fino ai Fondi di Cercina dove costrinsero un contadino a trasportare i feriti fino a Ceppeto. L’intenzione era quella di affidarsi ad un altro contadino, un certo Berti, per il trasporto definitivo fino a Pescina a casa del fidato Gennarini, ma questi sostenne di avere bestie troppo giovani per un viaggio di quel tipo e così i partigiani si rivolsero a Elio Bartolozzi che, pur consapevole dei rischi che correva, condusse i partigiani alla loro desiderata destinazione. Era da poco tornato quando i fascisti, certamente avvertiti dal primo contadino, fecero irruzione in casa. Volevano sapere dove si erano nascosti i partigiani, ma Elio, nonostante le violenze subite, non fornì dettagli rilevanti, nemmeno in seguito alle torture che dovette subire più tardi a Villa Triste

Appena arrivato lì mi fecero ascendere subito e mi portarono all’interrogatorio. Dove in cui è stato simile al primo che anno fatto a casa dove io o detto le solite parole, loro essendo stanchi di bussare ne venne degli altri e incominciarono loro di nuovo con i peggiori maltrattamenti

Era solo l’inizio di un calvario. Elio fu prima condotto al carcere delle Murate e poi ai campi di concentramento di Fossoli e di Bolzano. Il 12 agosto, secondo le sue memorie, giunse a Muathausen, più precisamente a Gusen il sottocampo destinato all’eliminazione. Vi rimase, fra indicibili sofferenze, fino ai primi giorni di maggio del 1945 quando finalmente i sopravvissuti furono liberati dagli alleati. L’ottimismo che l’aveva sostenuto in quei lunghi otto mesi, aveva avuto ragione della malvagità

…dello spirito ne ò sempre avuto parecchio il morale mio è sempre stato alto, pensano sempre di ritornare insieme ai miei cari genitori e a tutti di famiglia, come pure la fortuna dopo la sfortuna mi à assistito fino in fondo lo riconosco abbastanza bene perché se non mi avesse assistito sarei passato dove sono passati quasi tutti i miei amici da quel famoso Crematorium

Un gesto di umanità, trasportare un ferito, aveva completamente stravolto la sua vita, ma, negli appunti che ha lasciato, Elio non ha mai rinnegato ciò che aveva fatto. Sapeva che era la cosa giusta e questo bastava. Nella seconda metà degli anni ’40 sentì la necessità, nonostante la scarsa attitudine alla scrittura, a mettere nero su bianco i ricordi della sua vita prigioniera. Lo fece sul quaderno di dettato di suo fratello minore nel semibuio della casa di Ceppeto priva di luce elettrica

Sicchè a tempo che io scrivevo, al buio quando non s’era a far nulla nel campo, o pioveva, in una finestruccia tutta al buio

La mia vita prigioniera

Senza mai mostrare pentimento e rammarico, Elio tornò alla sua vita di contadino a Ceppeto. Ritrovò gli amici, ritrovò i contadini di Pescina che gli dovevano la vita e ritrovò anche il delatore dei Fondi di Cercina, ma non volle mai denunciarlo.
Nel 1968 presentò domanda per essere riconosciuto come partigiano, ma, a otto anni di distanza, il Ministero della Difesa ancora gli chiedeva i documenti che provassero che il suo arresto e il suo trasferimento nei campi di concentramento fossero conseguenza della sua partecipazione alla Resistenza. Rinunciò.

Il 28 gennaio 2020 il sindaco Lorenzo Falchi ha conferito a Elio Bartolozzi le Seste d’Oro, la maggiore onorificenza del Comune di Sesto Fiorentino.

 

Daniele Niccoli

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