Sestesi protagonisti al Torneo di Viareggio: Angelo Fontani

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Lunedì 14 marzo prenderà il via la 68esima edizione del Torneo di Viareggio, uno dei più prestigiosi tornei di calcio giovanile per club a livello mondiale. Fin dalla sua prima edizione la kermesse viareggina, conosciuta anche come Coppa Carnevale, ha sfornato campioni destinati ad una carriera luminosa: nel 1949 fu la volta di Sergio Cervato, futuro capitano della Fiorentina campione d’Italia. Negli anni la squadra viola avrebbe presentato sui campi del Viareggio anche il campione del mondo Giancarlo Antognoni e il Pallone d’Oro Roberto Baggio.
Accanto a queste stelle luminose, tanti altri bravi giocatori, comunque protagonisti di carriere più che dignitose. Tuttosesto.net ne ha scovati (ma non era difficile) due fra i nostri concittadini: Angelo Fontani e Giovanni (Gianni) Augusti. Il primo ha vinto il Torneo di Viareggio nel 1978, il secondo sia nel 1978 che nel 1979. All’epoca la Fiorentina era protagonista assoluta del calcio giovanile. Vorremmo che questa intervista fosse di buon auspicio per la squadra gigliata che non si aggiudica il torneo dal lontano 1992.

Pubblichiamo le interviste in due puntate. Ecco quella ad Angelo Fontani.

Hai disputato il tuo primo “Viareggio” nel 1977. Grande squadra, grandi giocatori, ma solo un quarto posto. Com’è andata?
Dopo aver superato brillantemente la fase preliminare e l’Inter ai quarti di finale siamo, purtroppo, incappati nella Sampdoria, la squadra in quell’annata sicuramente più forte, tanto è vero che in finale vinse il titolo battendo il Milan. Arrivammo quarti perdendo nella finale per il terzo posto con il Perugia con un gol fantasma. Infatti, ancora oggi, mi sembra incredibile ricordarlo: un tiro indirizzato all’esterno della nostra porta difesa da Galli finì dentro in quanto c’era un foro nella rete. Ci furono momenti concitati perché era evidente il problema nella rete, ma sia l’arbitro che il guardalinee non l’avevano visto. Perdemmo 1 a 0 e arrivammo quarti“.

Le cronache della finale del 1978 contro la Roma non riportano il tuo nome. Ci spieghi come mai?
Purtroppo mi stirai il quadricipite femorale in semifinale nel secondo tempo dell’incontro contro l’OFK di Belgrado, partita poi vinta ai calci di rigore . Dopo il 4° posto dell’anno precedente fu davvero una delusione perdere la possibilità di giocare la finale. Al mio posto giocò Gianni Augusti“.

Qual è stato il tuo percorso nelle giovanili della Fiorentina?
Fui acquistato dodicenne dalla Sanger ed ho passato tutta la trafila delle giovanili. Il risultato più importante, Viareggio a parte, fu il titolo nazionale Berretti vinto con Amarildo allenatore nell’annata 1975-76 in finale contro il Torino che era favoritissimo. L’anno dopo il passaggio in Primavera con allenatore Renzo Ulivieri. Nella stessa annata, dopo il torneo di Viareggio, arrivò il premio della convocazione in prima squadra con Mazzone allenatore“.

L’allenatore della Fiorentina Primavera di quel “Viareggio” era Renzo Ulivieri. Ha fatto una grande carriera da allenatore. Che ricordo hai di lui?
Per me è stato un ottimo allenatore. Persona ‘dura’, leale, diretta nei rapporti, sapeva tirare fuori tutto dai propri giocatori ed aveva costituito un bel gruppo. Grande preparatore atletico: personalmente quell’anno disputai praticamente tutte le partite previste nell’annata finendo in crescendo. Era predestinato a far carriera nel calcio“.

Mazzone, la prima squadra e quel pomeriggio a Catanzaro. Com’è andata?
Il sogno infranto! Da una parte la soddisfazione di essere convocato ed andare in panchina. Poi si fece male Galdiolo e Mazzone dovette scegliere fra me e Marchi per marcare Palanca. Marco (Marchi, ndr) era più marcatore di me e quindi Mazzone scelse lui. L’occasione di debuttare si presentò nel secondo tempo quando, già in vantaggio con il gol di Crepaldi, Restelli prese una brutta botta e rimase incerto sul cambio. Mazzone mi fece scaldare ma poi Maurizio tenne duro e finì la partita. Peccato: mi sono consolato esordendo in Mitropa Cup contro il Vojvodina“.

Com’è proseguita la tua carriera?
Principalmente in due squadre: la Spal ed il Padova in C1“.

Oggi qual è il tuo rapporto con il calcio?
Il calcio è stata la grande passione della mia vita. Ancora oggi all’età di quasi sessant’anni gioco a calcetto con gli amici il lunedi e disputo insieme a loro un campionato amatoriale over 35 che si gioca prevalentemente sui campi della Sestese. La voglia e la passione non sono mai venute meno e si sono trasferite ai figli Enrico e Federico che giocano nell’Albacarraia in seconda categoria“.

STEFANO NICCOLI

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