Sinistra Italiana provinciale: “La Multiutility non s’ha da fare”

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Ivan Moscardi

“La Multiutility non s’ha da fare”

Così si esprime Ivan Moscardi, segretario della federazione di Firenze di Sinistra italiana, in merito alla fusione per incorporazione delle aziende che gestiscono i servizi pubblici locali, in particolare acqua e rifiuti. L’assemblea federale di Sinistra italiana, è stata antesignana quando nell’aprile del 2021, approvò un ordine del giorno, dove si dichiarava contraria non solo alla quotazione in borsa, ma a tutta l’operazione di fusione, e principalmente contro il gigantismo, infatti:

“Noi critichiamo il gigantismo di questa azienda – sostiene Moscardi – non a caso è nostra convinzione che i servizi pubblici locali non debbono seguire le logiche dell’industrializzazione e dell’aziendalizzazione. I servizi pubblici debbono essere erogati ai cittadini e non venduti, come dicono peraltro le normative vigenti. Da qui bisogna partire, altrimenti si va fuori strada. Se un servizio di pubblica utilità lo vendi al cittadino, questo diventa cliente. Invece il servizio pubblico deve essere erogato al cittadino, anche se questi non se lo può permettere per motivi di reddito. Quindi un’azienda enorme, come quella che in questi giorni sta nascendo, viene creata per ottimizzare i costi e questo avviene in due modi: uno, grazie alla compressione dei salari e dei diritti dei lavoratori, l’altro con la perdita di qualità nella gestione del servizio. Per questo rilanciamo la proposta della pubblicizzazione delle aziende dei servizi pubblici e ribadiamo che non è la proprietà delle azioni che determina se un’azienda è privata o meno, ma è viceversa la ragione sociale dell’azienda stessa che ne stabilisce la pubblicità. Infatti, la forma di società di capitali, che ormai da venti anni imperversa nella aziende di pubblica utilità della Toscana, se da un lato non va bene perché in queste società chi decide è in minima parte l’assemblea dei soci, formata dai sindaci, ma in larga parte dai C.d.A. che spesso non rispondono nemmeno ai sindaci stessi, dall’altro non si addice ad un servizio pubblico, perché la società per azioni è un potente strumento inventato dai capitalisti per fare soldi.”

Moscardi ribadisce quindi che la migliore forma di gestione per i servizi pubblici è l’azienda speciale e ne spiega il motivo:

”Moltissimi fautori della multiutility e del gigantismo, adducono come motivazione che se non si aggregano le attuali aziende, poi verranno scalate dalle grandi aziende del nord, come Iren e Hera o peggio ancora da quelle straniere. Ma c’è un modo molto semplice per evitare ciò, ovvero creare aziende speciali che sono totalmente pubbliche e hanno una forma societaria che non consente nessuna vendita a terzi, perché incedibile, ma soprattutto prevede che i bilanci preventivi e consuntivi vengano discussi dai consigli comunali. In questo modo torna la democrazia nelle gestione dei servizi pubblici e si rende un senso ai cittadini nell’ andare a votare. D’altra parte oggi i consigli comunali e la politica tutta non hanno pressoché nessun potere. Le decisioni strategiche vengono prese altrove, da qualsiasi parte c’è sempre un vincolo esterno. E questo il cittadino lo sente ed è anche per questo che c’è una grossa disaffezione verso la politica e un grosso astensionismo, specie alle elezioni comunali. Il comune non conta più niente e con questa mega società, se verrà creata, conterà ancora più di niente.”

La posizione contro il gigantismo, è stata manifestata, la scorsa settimana, dai vertici federali di Sinistra italiana, anche in ambito del trasporto pubblico locale, criticando l’inefficienza di Autolinee Toscane trasporti, in virtù delle corse saltate, disservizi ai cittadini e bassi salari nei confronti dei lavoratori, il tutto a dimostrare che “grande” non è sinonimo di qualità e diritti.

Ma Moscardi tuona anche contro la quotazione in borsa. “Questa è una iattura, la ciliegina sulla torta. In questo modo il servizio viene privatizzato definitivamente e chi dice il contrario, sostenendo che comunque il 51% delle azioni rimane in capo ai comuni, prende in giro. Se un bene primario come l’acqua viene quotato in borsa, lo si mette in balia delle turbolenze dei mercati e un domani potrebbe accadere che il prezzo schizzi vertiginosamente verso l’alto, come sta avvenendo in questi mesi per l’energia e il gas, oltre al fatto che quando un titolo scende di quotazione, c’è da ricapitalizzare la società. Così in questo modo i cittadini pagherebbero due volte: direttamente con le bollette e indirettamente attraverso i comuni che saranno costretti a rifinanziare l’azienda.”

Pertanto Moscardi lancia l’appello a tutti i cittadini e lavoratori: ”Ci opporremo in tutti i modi possibili alla creazione di questo obbrobrio, dalle vie legali ai referendum, comune per comune: la multiutiluty non s’ha da fare! Giù le mani dei profittatori dai beni comuni.”

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