Sinistra per Calenzano: “Mercato dell’olio occasione per valorizzare la nostra città”

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Si avvia a conclusione la stagione olearia calenzanese 2020: è stata una buona ed abbondante produzione, agevolata nel raccolto da un insolito novembre soleggiato.

“Sarebbe stata una bella festa alla rassegna della Mostra Mercato dell’Olio che ogni anno si tiene allo START, e che purtroppo quest’anno è saltata a causa della recrudescenza della seconda ondata dell’epidemia del virus Covid-19.

 

“Un’infausta pausa forzata, che comprensibilmente si cerca di compensare svolgendo oggi un Mercato di Filiera Corta in piazza Vittorio Veneto, e che dovremmo utilizzare per una riflessione su questa rassegna e, possibilmente, elaborare una progettualità che rilanci nei prossimi anni il settore attraverso un salto di qualità che renda giustizia ad una eccellenza tutta calenzanese, espressione tra le più qualificanti del nostro territorio”.

 

“L’importante presenza di innumerevoli frantoi nella nostra cittadina sta a testimoniare quanto la tradizione olearia sia radicata a Calenzano, e quanto la qualità dell’olio prodotta dal nostro territorio sia eccelsa e possa competere con i migliori oli EVO italiani”.

 

“Vi è inoltre un’eccellenza storica, unica e irripetibile: sul nostro territorio la produzione dell’olio si lega ad un sistema di poderi e ville nate dalle antiche case da signore medievali e rinascimentali e trasformate in unità produttive come ville-fattoria dalle riforme leopoldine del Settecento, che trasformarono la Toscana dandole quei caratteri di laicità, di accoglienza, di giustizia sociale e di modernità che ancora oggi ne costituiscono l’identità che ogni anno si ricorda e si rinnova attraverso la Festa della Toscana del 30 novembre. Questo costituisce indubbiamente un valore aggiunto al “nostro” olio, e può costituire un valore da spendere anche dal punto di vista della promozione e della fruizione turistica del nostro territorio attraverso la creazione di percorsi legati al turismo “lento”, che non consumi e non renda invivibile il territorio ma che sia consapevole e rispettoso degli equilibri degli ambienti che attraversa, un turismo in cui il territorio mostra le sue ricchezze non solo monumentali o ambientali ma anche quelle legate all’ospitalità ed alle tradizioni “a tavola” con i suoi prodotti che nascono dalla Storia”.

 

“Per questi motivi, in sintesi, riteniamo che la configurazione di piccola sagra paesana nello START non renda giustizia, e quindi non valorizzi, la più ricca espressione del nostro territorio, che invece meriterebbe ben più corposo palcoscenico nazionale”.

 

“Crediamo fermamente che la rassegna dell’olio a Calenzano debba tradursi nell’occasione per la promozione e la conoscenza dell’inestimabile patrimonio storico agrario rinascimentale diffuso, attraverso una produzione ed una mostra documentale che testimoni l’evoluzione del sistema organizzativo territoriale nel corso del tempo. A tal proposito pensiamo al sostenere il mantenimento in vita delle relazioni tra villa padronale, affittuari o nuovi proprietari delle coloniche e cura delle coltivazioni, prevalentemente a olivo, attraverso l’incentivo a comodati d’uso che promuovano la cura delle coltivazioni e rinnovino le relazioni intrinseche all’antico sistema. Crediamo che in questo possa prender corpo la tutela e la vitalità di un territorio altrimenti destinato a disperdere le proprie radici e la propria identità”.

 

Se da un lato andrebbe valorizzata la qualità del prodotto oleario calenzanese che già possiede la caratteristica di prodotto DOP, e quindi promuoverne la conoscenza, l’apprezzamento ed il consumo, dall’altro la rassegna calenzanese dovrebbe essere intesa come un luogo principe, deputato ad accogliere, in virtù di territorio d’eccellenza del settore e senza timore reverenziale, una mostra mercato ben più allargata ad altre produzioni, che costituisca quindi un punto di riferimento per la filiera produttiva e la commercializzazione. Una rassegna che contempli conoscenze, formazione, rapporti commerciali e tecnologici”.

 

“Crediamo quindi, e auspichiamo, che questa pausa debba essere spesa per ridisegnare l’orizzonte su un tema che, siamo convinti, ha in sé la potenzialità di restituire la dignità storica e culturale – ed anche un po’ di ricchezza materiale – che Calenzano, senza alcun dubbio, merita”.

Gruppo di Lavoro “Cultura e Giovani” di Sinistra per Calenzano

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