Stress da calore: ASL Toscana Centro invita le aziende a tenere alta l’attenzione

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“Anche quest’anno cominciano ad arrivare le notizie di lavoratori vittima di colpi di calore. È di ieri la notizia di un decesso per “sospetta ipertemia” di un lavoratore nel territorio della nostra ASL. A rischio sono soprattutto i lavoratori outdoor (cantieri edili, agricoltura) e indoor nelle aziende dove vengono effettuate lavorazioni a caldo.

Si ricorda che il D.Lgs 81/08 impone l’obbligo di valutare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori; al Titolo VIII “Agenti Fisici” il microclima è richiamato fra gli agenti fisici per i quali è obbligatoria la valutazione del rischio (art. 180). La valutazione deve essere effettuare con cadenza almeno quadriennale da personale qualificato ed in possesso di specifiche conoscenze nell’ambito del servizio di prevenzione e protezione.

Anche quest’anno come negli ultimi anni la Regione Toscana ha inviato a maggio, per la diffusione, una nota alle associazioni datoriali e dei lavoratori, specialmente di quelli che svolgono attività all’aperto (agricoltura ed edilizia) per richiamare il rischio, e fornire linee di indirizzo per affrontarlo.

Quest’anno la nota della regione è ancora più dettagliata degli altri anni: in primo luogo include una check list per individuare le attività a rischio per le quali deve essere effettuata la valutazione. Seguono indicazioni sugli strumenti utilizzabili, come misure ambientali con il Globotermometro (WBGT), per effettuare una valutazione di questo rischio che si intensifica ogni anno di più. In specifico sono richiamati le metodiche (algoritmi o “calcolatori”) messi a punto nell’ambito del progetto Worklimate – che coinvolge Regione Toscana, INAIL, CNR, Lamma e le Aziende USL Sud-Est e Toscana Centro.

Si ricorda che sul sito Worklimate sono presenti le previsioni sul rischio calore a tre giorni personalizzate per tipo di attività; mentre sul sito del Ministero della salute si possono reperire i bollettini con le previsioni delle ondate di calore.

Un punto critico è la tutela dei lavoratori più a rischio per condizioni personali e patologiche. A questo proposito nella nota regionale è presente anche una check list destinata ai lavoratori per capire se presentano “particolari fattori di suscettibilità individuale”. Su questo aspetto un importante contributo può essere fornito dai medici competenti cui i lavoratori che ritengano di trovarsi in condizioni di suscettibilità dovrebbero rivolgersi, o che meglio ancora dovrebbero individuare già prima quali addetti a lavorazioni a rischio calore presentino condizioni di ipersuscettibilità.

In ogni caso è fondamentale che vengano applicate le misure di mitigazione del rischio, alcune delle quali dovrebbero ormai essere molto ben conosciute, in particolare l’idratazione e l’effettuazione di pause.

Assicurare la disponibilità di acqua fresca potabile facilmente accessibile. L’idratazione è essenziale per il mantenimento della salute e della produttività

Pianificare pause, anche brevi ma frequenti, da effettuare in aree ombreggiate per i lavoratori outdoor o climatizzate per quelli indoor

riorganizzazione dei turni ed orari pianificando le attività che fisicamente sono più impegnative durante i momenti più freschi della giornata ed interrompendo il lavoro qualora il rischio sia particolarmente elevato. I turni per i lavoratori più “vulnerabili” devono essere programmati nelle ore meno calde e con la previsione di pause più lunghe

Meccanizzare il più possibile le fasi lavorative che richiedono impegno muscolare e fisico per ridurre il calore endogeno prodotto dall’attività lavorativa

Fare indossare abiti estivi leggeri di cotone e scarpe di sicurezza di modello estivo

Sviluppare, in collaborazione col medico competente, un piano di monitoraggio e di risposta alle emergenze, individuando una persona per sovrintendere al piano di sorveglianza e risposta agli effetti dello stress da calore

Informare e formare tutti i lavoratori sugli effetti da caldo e sui sintomi delle malattie da calore ed evitare il lavoro solitario

Favorire l’acclimatazione dei lavoratori: sono necessari dai 7 ai 14 giorni per raggiungere uno stato di acclimatazione. In caso di ondata di calore i lavoratori neo-assunti e quelli che riprendono il lavoro dopo un’assenza prolungata devono iniziare con un carico di lavoro ridotto e aumentare gradualmente nei giorni successivi

Le misure specifiche da mettere in atto si differenziano poi in parte tra lavoratori outodoor e indoor, anche in relazione a quanto emerge dalla valutazione dei rischi.

Il Dipartimento di Prevenzione della ASL Toscana Centro è da diversi anni impegnato su queste tematiche con iniziative rivolte ai principali settori lavorativi che effettuano lavorazioni a caldo e collaborazione con Scuole Edili per la sensibilizzazione delle aziende sul tema”.

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