Termovalorizzatore, il prof di anatomia umana: “Non dico di non farlo, ma è sbagliata la zona”

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Case Passerini
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Vi proponiamo l’intervista di Ernesto Ferrara de La Repubblica a Massimo Gulisano, professore di anatomia umana, sul tema termovalorizzatore.

Per non esistono cose giuste o sbagliate per fede: faccio il medico, combatto in prima fila, non ho ideologie. E per questo dico che per mettere un inceneritore ora a Case Passerini occorre essere ubriachi, o dissennati. E’ come dire: ho una barca che sta affondando, ora le faccio dei buchi. Oppure: siamo al fallimento, compriamo una Ferrari!“. Massimo Gulisano è professore di anatomia umana all’Università di Firenze. Non ritiene sbagliata la scelta dell’inceneritore di principio, sostiene che sia folle collocarlo in una zona che sopporta un carico di inquinamento già oggi insostenibile: “E il bello è che noi ne parliamo oggi ma sono 10 anni che c’è la Valutazione d’impatto sanitario (Vis, ndr), firmata nel 2005 da Eva Buiatti. Quel documento dice: il rischio è alto, se volete farlo ve ne assumete la responsabilità”.

Gulisano, ma come mai questo nessuno lo dice mai?
E’ che la gente, anche i politici, questi documenti li legge con un occhio solo, di fretta. Io dico che Nardella, che stimo personalmente e conosco da una vita, sta facendo molto bene ad ascoltare tutti ma voglio anche richiamare l’attenzione su cose che noi esperti conosciamo ma forse non tutti sanno: io sono stato il primo a parlare di patologie da inquinamento a Firenze nel 1984. Ai primi degli anni ‘90 facemmo uno studio sui vigili urbani fiorentini dimostrando che c’erano evidenti alterazioni dell’epitelio nella loro mucosa respiratoria. Già allora c’era l’inquinamento, cresceva e gli effetti si vedevano. La Vis del 2005 questo lo diceva e metteva in guardia: con l’inceneritore è previsto un aumento di composti policlorurati, quindi diossine e furani. E poi di metalli pesanti: mercurio, cromo, cadmio, arsenico. Particolarmente il cadmio: si dice che le dosi emesse saranno minime. Ma una microdose non letale oggi e una domani tutti i giorni e si arriva a dosi pericolose“.
Eppure la Vis dava parere positivo.
Positivo un tubo! La Vis sceglieva Case Passerini come localizzazione, ma perché? Perchè nel giro di 5 chilometri, sosteneva, ci sono solo 5 mila persone. E già all’epoca io obiettai che non era del tutto vero, che le persone erano così poche basti pensare agli operai, al polo scientifico, ai cinesi. E poi diceva: scordatevi che il bosco della Piana mitighi le diossine“.
Più che l’inceneritore è però l’eccesso di inquinanti in una zona già compromessa a preoccuparla?
“E’ l’effetto sommatoria pazzesco. Io non dico che l’inceneritore non va fatto. Ma dico che un medico non può accettare il concetto di rischio tollerabile. Non si può in un raggio di 5-6 chilometri mettere insieme un raccordo autostradale, tutto il traffico della zona nord ovest, impianti di grande distribuzione come Ikea, Metro, Gigli, l’aeroporto, l’inceneritore. La concentrazione è assurda. E quella zona oggi è compromessa, noi abbiamo fatto l’esame dei markers biologici nella Piana, dicono che c’è sofferenza da inquinanti come i metalli pesanti: stanno sparendo gli alveari. Nemmeno nel Sulcis sostenevano che c’erano problemi di inquinanti. Poi si sono accorti che morivano le capre e che i vigneti di malvasia perivano”.

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