14 aprile 1813 – “Brincìno” e la sua torre

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Villa San Lorenzo
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Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore dei libri Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino – I giorni della nostra storia

Fatti e date che caratterizzano la storia e la cronaca della città di Sesto con la speranza che ci possano aiutare a conoscere la nostra semenza e a intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

14 aprile 1813 – “Brincino” e la sua torre

Nel 1323 il notaio fiorentino Giovanni Arrighetti compilò un registro in cui erano annotati i dati patrimoniali della diocesi fiorentina dal IX secolo fino al 1321.

Aveva ricevuto l’incarico dalla famiglia Visdomini che, nei periodi in cui la carica di vescovo era vacante, deteneva la giurisdizione sul palazzo vescovile. Il registro fu ribattezzato codice bullettone per le grosse borchie presenti sulla copertina.

Secondo i documenti del Codice i vescovi fiorentini sarebbero stati proprietari, tra le altre cose, del Castellare de Sexto, una fortificazione, all’epoca già in rovina, che potrebbe corrispondere al sistema di case-torri presenti fra San Martino, San Lorenzo e il Rimaggio. A rafforzare questa ipotesi sono le piante dei Capitani di parte Guelfa che indicavano in quel luogo una strada detta del Serraglio, vocabolo che sta a indicare un luogo chiuso, barricato e magari protetto da una serie di fossati riempiti con l’acqua del torrente.

Dopo la battaglia di Montaperti tutto ciò che nella zona era proprietà delle famiglie guelfe degli Adimari, degli Agli e dei Fastelli-Pietriboni, fu smantellato e ridotto in rovina ma la ripresa non tardò. Già nel 1379 risulta, in prossimità della chiesa di San Lorenzo al Prato, un palazzo di proprietà di Jacopo di Ubaldino Fastelli che, intorno al 1430 vendette l’immobile a Francesco Venturi. Il nobile fiorentino trasformò la vecchia struttura in una residenza signorile dotata di un cortile in perfetto stile quattrocentesco.

I Venturi erano una famiglia ben in vista nella Firenze dell’epoca e parteciparono con un bellissimo dono, a uno dei matrimoni più importanti del secolo, quello fra il futuro umanista, Bernardo Rucellai, e la sorella maggiore del Magnifico, Lucrezia de’Medici detta Nannina.

 

                                 da Sexto, dal luogho di Iachopo Venturi,

                         (giunse) un carro caricho di fiori di genestre e di guercioli

 

Nel 1645 il cavalier Ridolfo Venturi vendette la villa ad Orazio di Francesco di Simone Corsi altro nobile fiorentino appartenente alla casata che già all’epoca possedeva la villa oggi conosciuta coma Guicciardini-Corsi-Salviati.

Nel 1802 la casa da signore di Salimbosco fu acquistata da Vincenzo Corsi detto “Brincino”, nome con cui ancora oggi i sestesi conoscono la torre di Villa San Lorenzo.

Si trattava di un intraprendente mercante che il 14 aprile 1813, in pieno periodo napoleonico fu nominato maire di Sesto.

I suoi successori, in particolare Arnaldo, dimostrarono un notevole interesse artistico e riuscirono a collezionare numerosi dipinti che nel 1938 furono regalati al comune di Firenze e che oggi sono custoditi presso il museo Bardini.

Daniele Niccoli

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