8 aprile 1891 – Il pozzo nero di Castello

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Castello
Sesto com'era La foto si riferisce al centro abitato di Castello e non al pozzo nero

Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore dei libri Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino – I giorni della nostra storia

Fatti e date che caratterizzano la storia e la cronaca della città di Sesto con la speranza che ci possano aiutare a conoscere la nostra semenza e a intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

8 aprile 1891 – Il pozzo nero di Castello

Così come in ogni casa esistono il salotto “buono” arredato di buon gusto e lo sgabuzzino dove si tiene nascosta la spazzatura, così la Firenze della seconda metà dell’Ottocento (ma anche quella successiva) esponeva ai turisti i gioielli di piazza del Duomo e piazza della Signoria mentre nascondeva la polvere sotto il tappeto (la Piana). L’espansione demografica del capoluogo, passato da 150 mila a 236 mila nei primi cinquanta anni del Regno d’Italia determinò importanti, e non sempre positivi, cambiamenti anche nei Comuni limitrofi. I veloci collegamenti su rotaia, treno e tram, per esempio, facilitarono l’insediamento sul territorio sestese di nuove attività manifatturiere. Fra queste spicca senz’altro la fabbrica di conserve alimentari di proprietà del marchese Torrigiani dove trovarono impiego molti sestesi certamente orgogliosi del loro lavoro ma che sarebbero stati un po’ meno contenti se avessero letto le recensioni del loro prodotto lasciate dai soldati della Grande Guerra:

 

Noi allievi ufficiali dovevamo, come tutti gli altri fanti, metterci in fila con la gavetta per ritirare il rancio. (…) La sera il menù era costituito dalla pasta asciutta condita con il “Torrigiani”, un sugo preparato non si sa come, né con quali ingredienti, e contenuto in grossi barattoli di latta: tutto l’esercito in armi, negli anni 1915-1918, dovette purtroppo adattarsi a quell’orribile condimento che perseguitò i combattenti su tutti i fronti   (Giulio Bazini, Da Venezia … a Venezia)

 

Quello che però cominciò a farsi sentire sempre più fu il malcontento tra noi soldati. Il trattamento che ci veniva fatto nel vitto, si può dire che era pessimo (…) eravamo specialmente stomacati di quelle famigerate lattine di “Torrigiani” che ci propinavano con la pasta asciutta e più spesso con il riso stracotto che ci toccava

            ingoiare in mancanza di altro  (Artigliere Francesco Pilot, classe 1898, Venezia, in 

            Alberto Genova, Noi combattenti a Caporetto e al Piave)

 

Ma dicevamo della polvere sotto il tappeto. Era costituita dalle numerose attività pericolose e insalubri che i fiorentini pensarono di spostare nel nostro Comune che all’epoca comprendeva anche Castello e Novoli.

I sestesi erano conosciuti fin da allora come mangia budella e i fiorentini devono aver immaginato una loro passione per il materiale fecale. Sta di fatto che in seguito all’autorizzazione della prefettura dell’8 aprile 1891 realizzarono a Castello un pozzo nero di deposito della capacità di 4.500 ettolitri. Non bastava. Un altro deposito di questo tipo fu realizzato a Novoli dove, all’inizio del Novecento, accanto allo “struggitoio” di animali vecchi o malati furono impiantate anche fabbriche di colle animali e di concimi chimici.

Sempre a Novoli, nel 1901 la Società Anonima realizzò il deposito della spazzatura di Firenze. Fino ad allora era ubicato nel comune di Bagno a Ripoli, ma gli abitanti ne avevano chiesto lo spostamento e si pensò che la Piana fosse il posto migliore per ospitarlo. In realtà la commissione d’igiene del Comune aveva dato parere contrario ma la Prefettura confermò la decisione. Ottanta anni più tardi l’iniziativa fu replicata da Fiorentinambiente che costruì a Case Passerini, sempre nel territorio di Sesto Fiorentino, una discarica da più di due milioni di metri cubi.

Percorso quasi inverso a quello della discarica fece invece il campo da golf a nove buche che dal 1923 si trovava in quella parte del territorio del Comune di Brozzi (Osmannoro) che nel 1928 fu inglobata nel Comune di Sesto Fiorentino. Nel 1933 fu sostituito dal campo dell’Ugolino costruito sulla via Chiantigiana nel Comune di Greve.

Niccoli Daniele

 

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