29 settembre 1525 – I Ginori acquistano la villa di Doccia

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Viottolone Ginori

Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino, i giorni della nostra storia

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

29 settembre 1525 – I Ginori acquistano la villa di Doccia

I notabili fiorentini fin dal XIII secolo iniziarono ad acquistare, nelle vicinanze della città, terreni su cui costruire lussuose abitazioni dove trascorrere i periodi di svago e riposo. Si parlava di villeggiatura e di conseguenza queste lussuose dimore furono chiamate ville.

Sesto, per la sua favorevole posizione alle pendici di Morello fu uno dei luoghi più ambiti. Fra i primi a realizzare la villa di campagna a Sesto furono i Della Tosa. Si trattava di una famiglia guelfa che contribuì alla cacciata dei ghibellini e dei guelfi bianchi, schiera cui apparteneva anche Dante Alighieri. Dopo aver eliminato fisicamente anche l’ex alleato Corso Donati divennero per alcuni anni i veri padroni della città. La ricca famiglia fiorentina aveva numerosi possedimenti tra Sesto, Colonnata e Quinto. Il più noto è certamente quello del Prato della Tosa, probabilmente una fortezza duecentesca su cui nel 1322 Simone della Tosa fece alzare e merlare una torre. Nella zona di Doccia, la stessa famiglia, possedeva una villa che, dopo essere passata agli Aldobrandini e ai Venturi, nel 1525 divenne proprietà dei Ginori che la ristrutturarono completamente e che nel secolo successivo dotarono di un parco che comprendeva quasi tutto il Monte Acuto con lo spettacolare Viottolone: due file di cipressi che tutt’ora collegano la villa alla sommità del monte.

Sull’origine del caratteristico filare circolano ancora curiose leggende. Secondo una di queste a volerlo sarebbe stato un rampollo della casata Ginori. L’idea era di far colpo su una giovane Guicciardini che abitava nella villa più a sud. L’opera di ingegneria botanica avrebbe anche facilitato il superamento delle differenze di lignaggio, a favore dei Guicciardini, fra le due famiglie. Due fatti smentiscono questa ipotesi: i primi a fregiarsi del titolo di marchese furono i Ginori con Gabriello di Piero nel 1450; i Guicciardini all’epoca non erano proprietari della villa di Sesto. Lo divennero solo nel 1907 quando, con la morte del vecchio proprietario, Bardo Corsi Salviati, la villa fu ereditata dal nipote Giulio Guicciardini, figlio di Ludovico e Francesca Corsi Salviati. La giovane innamorata della leggenda potrebbe essere allora una Corsi. Chissà. Certo i rapporti tra le due famiglie non furono sempre buoni e, soprattutto nel Settecento, s’inasprirono per le dispute legali sull’utilizzo delle acque del Rimaggio e sulla cessione del terreno per la costruzione del primo tratto della strada per Morello.

La seconda leggenda ha come protagonista sempre l’amore per una donna. In questo caso il giovane Ginori avrebbe utilizzato il Viottolone per raggiungere una giovane contadina sua amante. Una versione meno elitaria ma altrettanto inverosimile. Basta percorrere il sentiero in salita e valutarne la pendenza per capire come il signorotto avrebbe perso per strada tutto il suo “bollore”.

Daniele Niccoli

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