15 agosto 1267 – Carlo d’Angiò entra a Firenze

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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

15 agosto 1267 – Carlo d’Angiò entra a Firenze

Dopo la battaglia di Benevento che vide la vittoria di Carlo d’Angiò, paladino dei guelfi, contro l’imperatore Manfredi, il panorama politico italiano cambiò rapidamente. A Firenze il podestà ghibellino Guido Novello lasciò la città per unirsi alle truppe di Corradino di Svevia mentre Carlo d’Angiò inviò a Firenze le sue milizie che entrarono in città il 17 aprile 1267 precedendo di qualche mese il suo arrivo che invece è datato 15 agosto 1267.

 

Questi eventi portarono alla definitiva cacciata dei Ghibellini da Firenze e al successivo abbattimento degli edifici a loro appartenuti. Il terreno resosi libero fu utilizzato per la costruzione del nuovo Palazzo dei Priori che fu affidata ad Arnofo di Cambio.

Arnolfo di Cambio
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Il palazzo, nel corso dei secoli, ha subìto numerosi ampliamenti. I più importanti sono da addebitare al Duca d’Atene e a Cosimo I. Anche la denominazione del palazzo cambiò con il passare degli anni. Fu palazzo della Signoria nel XV secolo e poi divenne definitivamente Palazzo Vecchio quando Cosimo I decise di spostare la sua residenza a Palazzo Pitti.

 

Al momento della costruzione il palazzo incorporò la più antica torre della Vacca, appartenuta alla famiglia dei Foraboschi. Su di essa poggia l’odierna Torre di Arnolfo che proprio per questo motivo non si trova al centro dell’edificio. All’interno della torre è presente un piccolo vano detto alberghetto nel quale furono incarcerati prigionieri illustri come Cosimo il Vecchio e Girolamo Savonarola. Alla sommità della torre fu costruita la cella campanaria in cui si trovava il campanone detto anche campana del Popolo perché ai suoi rintocchi il popolo in armi accorreva per difendere la città. Il campanone suonò per l’ultima volta nel 1530 prima della caduta della Repubblica. Con il ritorno dei Medici, per punizione, il campanone fu spezzato e il suo bronzo fu adoperato per coniare monete con l’effige del duca Alessandro, nuovo tiranno di Firenze.

 

Sotto gli archi del ballatoio si trovano tutti gli stemmi che caratterizzarono la Repubblica Fiorentina:
– Croce rossa in campo bianco: simbolo dei palazzi comunali.
– Giglio rosso in campo bianco: simbolo della città.
– Scudo bianco-rosso simbolo delle riunite comunità di Fiesole e Firenze
– Chiavi d’oro in campo rosso: le insegne del papato.
– Scritta Libertas in campo azzurro: indica l’indipendenza dello stato.
– Aquila rossa che stringe un drago verde: simbolo del partito Guelfo
– Giglio bianco in campo rosso: antico stemma della città.
– Gigli d’oro francesi in campo azzurro: stemma di Carlo e Roberto d’Angiò.
– Scudo a fasce nero-oro e gigli d’oro in campo azzurro: stemma di Ludovico d’Angiò.

 

Daniele Niccoli

 

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