15 aprile 1285 – Commissione della Madonna Rucellai

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Curva viola

Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

15 aprile 1285 – Commissione della Madonna Rucellai

Intorno alla metà del XII secolo fra Pietro da Verona fu inviato dal Papa a Firenze per combattere l’eresia patarina. A questo scopo fondò una milizia armata che riuscì a contrastare gli eretici di Firenze. In memoria degli scontri decisivi, nel secolo successivo furono innalzate due colonne celebrative: la Colonna della Croce al Trebbio e la Colonna di Santa Felicita.

Il frate veronese è rimasto nell’immaginario dei fiorentini anche perché protagonista di una leggenda che vorrebbe una sua predica interrotta da satana, che per l’occasione, aveva preso le sembianze di un grande cavallo nero, e che Pietro aveva fatto fuggire con un semplice segno della croce prima di nascondersi dietro la porta dei canonici in prossimità dell’attuale piazza del Duomo. Al cavallo non rimase che trasformarsi in un turbine di vento in perenne e inutile attesa del frate.

Durante il suo soggiorno fiorentino Pietro fondò la Venerabile Arciconfraternita della Misericordia che si occupava dell’assistenza ai malati e la Compagnia dei Laudesi che permetteva la partecipazione diretta dei laici al culto della divinità e che era dedita al canto di lodi alla Madonna. Fu quest’ultima Compagnia a commissionare il 15 aprile 1285 a Duccio di Buoninsegna una Madonna con Bambino che fu posta nella loro Cappella all’interno della Chiesa di Santa Maria Novella. La testimonianza di Vasari ha fatto sì che l’opera fosse attribuita erroneamente a Cimabue. Secondo l’architetto aretino, infatti, Carlo d’Angiò, paladino della parte guelfa, avrebbe avuto modo di ammirare il quadro direttamente nella casa-bottega di Cimabue suscitando per questo una tale allegria tra i vicini dell’artista da far assumere al rione il nome di Borgo Allegri.

Nel 1591 la Pala di Duccio fu spostata nella Cappella Rucellai, sempre all’interno della Chiesa di Santa Maria Novella e da allora è conosciuta come Madonna Rucellai. Questa famiglia, molto influente durante il Rinascimento, doveva la sua fortuna a un certo Alemanno, intraprendente commerciante fiorentino che per primo riuscì a tingere i panni di un intenso colore viola.

La leggenda vuole che durante un viaggio intrapreso per motivi di lavoro, Alemanno, preso da un’impellente necessità fisiologica, fosse costretto a scendere da cavallo e orinare sul ciglio della strada. Il caso volle che la pipì cadesse su una pianta di lichen roccella che cambiò improvvisamente di colore.

Una volta ritornato a Firenze approfondì la questione e si rese conto che facendo macerare quella pianta nell’orina si riusciva a tingere i panni di colore viola. Dal nome di quella pianta derivò quello della famiglia: Oricellari, poi ingentilito in Rucellai.

Il destino legò così per la prima volta il colore viola a Firenze.

Garrisca al vento il labaro viola   (Narciso Parigi)

Daniele Niccoli
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2 COMMENTI

  1. Conosco tutta questa storia, come le altre, del resto, essendo io una Guida T. di Firenze. Però ringrazio per alcuni particolari che a volte non conoscevo. Complimenti.

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