10 luglio 1304 – Incendio di Orsanmichele

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Orsanmichele 1
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

10 luglio 1304 – Incendio di Orsanmichele

La Chiesa che si trova lungo via de’ Calzaiuoli a metà strada tra la Basilica di Santa Maria del Fiore e Palazzo Vecchio è una delle più famose al mondo eppure pochi, anche tra i fiorentini, conoscono il suo vero nome, visto che ormai da secoli è stata ribattezzata come Orsanmichele.

In realtà la Chiesa è intitolata a San Michele Arcangelo e fu costruita per la prima volta intorno al ‘700 d.C. La zona, all’epoca, era ricca di orti e questo ne ha determinato la storpiatura del nome. La Chiesa fu abbattuta nel 1240 e al suo posto fu costruita una loggia che serviva per il mercato del grano e di altri tipi di granaglie. Su una delle colonne si trovava un affresco, la Madonna del popolo, che era ritenuto miracoloso e che divenne oggetto di culto e di donazioni di cui si occuparono i Laudesi. Compagnia che era stata fondata da Pietro da Verona nel periodo della sua predicazione fiorentina e della lotta ai patarini.
Il Comune affidò la costruzione della loggia ad Arnolfo di Cambio.

e fecero secondo il disegno di lui,
di mattoni e con un semplice tetto di sopra,
la loggia et i pilastri d’Or S. Michele
dove si vendeva il grano  (Giorgio Vasari)

Il 10 luglio 1304 la Loggia fu gravemente danneggiata da un incendio che coinvolse buona parte della città. La ricostruzione avvenne solo a partire dal 1337 e si protrasse fino al 1404 quando il Comune concesse anche il permesso di costruire una serie di tabernacoli in cui alloggiare le statue dei Santi protettori delle Arti.

La realizzazione delle statue rappresentò un’eccezionale occasione di sfida a colpi di scalpello per i principali artisti fiorentini del ‘400: Donatello, Brunelleschi, Verrocchio, Ghiberti, Nanni di Banco e Baccio da Montelupo.

Orsanmichele 3
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Per un certo periodo l’edificio mantenne il doppio ruolo di magazzino, al piano superiore, e luogo di culto, al pian terreno. Lungo alcune colonne all’interno della Chiesa sono ancora oggi visibili i boccaporti da cui usciva il grano.

Soltanto nel 1619 il granduca Cosimo II ordinò la costruzione di una nuova Loggia del Grano, tuttora presente all’angolo fra via de’ Neri e via de’ Castellani. Qui la compravendita del grano si svolgeva sotto la diretta sorveglianza degli Ufficiali della Grascia.

Loggia del grano 2
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La quantità di grano che ogni mese veniva assegnata ai fornai era detta spiano. In assenza di carestie la quantità erogata era detta a tutto spiano, mentre in caso contrario veniva ridotta a mezzo spiano o anche meno.

Da allora il vecchio detto fiorentino “a tutto spiano” sta a significare qualcosa che viene fatto al massimo delle proprie possibilità.

Daniele Niccoli

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