10 Marzo 1520 – Rescissione del contratto per la facciata di San Lorenzo

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Cosimo I a cavallo
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

10 Marzo 1520 – Rescissione del contratto per la facciata di San Lorenzo

Prima della traslazione, avvenuta nel IX secolo, delle spoglie di San Zanobi in Santa Reparata, la basilica di San Lorenzo era considerata a tutti gli effetti la cattedrale di Firenze. Dalla fine del Trecento, San Lorenzo divenne, di fatto, la Chiesa della famiglia Medici che prima patrocinarono il suo ampliamento e poi la resero sede delle loro sepolture.

Filippo Brunelleschi realizzò la Sagrestia Vecchia mentre la Chiesa vera e propria fu realizzata da Michelozzo e da Antonio Manetti Ciaccheri. Alla sua morte Cosimo il Vecchio, che era stato il vero finanziatore dell’opera, fu sepolto in una cripta all’interno di un pilastro esattamente sotto l’altare maggiore quasi a significare che la Chiesa, così come tutta Firenze, poggiava sulla grandezza del suo cittadino migliore.

Filippo Brunelleschi 2
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La facciata però non era stata realizzata e così papa Leone X, intorno al 1515 indisse un concorso cui parteciparono, tra gli altri, Raffaello, Jacopo Sansovino e Giuliano da Sangallo. Michelangelo sbaragliò la temibile (ma non per lui) concorrenza. Addirittura commentando con disprezzo il progetto di Baccio D’Agnolo ebbe a dire: è cosa da fanciulli.

Il genio di Caprese nel momento di passare alla fase di realizzazione costruì anche un modello ligneo, ma alla fine il progettò non andò in porto. Troppo costoso. Il 10 marzo 1520, Michelangelo registrò nei suoi appunti la rescissione del contratto per la fornitura del marmo. Poteva trattarsi solo di un rinvio, ma la sopraggiunta morte del Pontefice chiuse definitivamente il discorso.

L’argomento è tornato di moda nel 2011 quando il sindaco, Matteo Renzi, ha proposto un referendum relativo alla proposta di completare la facciata secondo il modello michelangiolesco. A distanza di dieci anni dall’annuncio, del referendum non vi è traccia. Probabilmente farà la stessa fine della facciata.

La mano del grande artista è comunque ben presente a San Lorenzo. E’ lui, infatti, che ha realizzato la Sagrestia Nuova con i sepolcri di Giuliano duca di Nemours e di Lorenzo duca d’Urbino. Per questi monumenti funebri Michelangelo creò le Allegorie del Tempo: il Giorno e la Notte per la tomba di Giuliano, il Crepuscolo e l’Aurora per quella di Lorenzo. Insieme simboleggiano il trionfo della famiglia Medici sul trascorrere del tempo.

Michelangelo ricevette anche l’incarico della costruzione della Biblioteca Laurenziana cui si accede dal chiostro della Basilica. Diresse personalmente il cantiere che però fu sospeso durante la parentesi repubblicana. Dopo la morte di Clemente VII, sopravvenuta nel 1534, Michelangelo decise di non tornare più a Firenze e si limitò a sopraintendere i lavori da distanza. L’ultimo atto fu nel 1558 quando fornì il modello in argilla per lo scalone. Lui lo avrebbe voluto in legno, ma, per volere di Cosimo I, fu realizzato in pietra serena.

DANIELE NICCOLI

Chiesa di San Lorenzo
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