4 marzo 1513 – Il Conclave di Giovanni de’ Medici

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Stemma di Leone X
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

4 marzo 1513 – Il Conclave di Giovanni de’ Medici

Al momento del Conclave del 4 marzo 1513, Giovanni de’ Medici non ancora quarantenne, trovava difficoltà ad ottenere i suffragi necessari alla sua elezione. Fu il cardinale di Siena, Alfonso Petrucci, in considerazione dell’alleanza che legava la sua famiglia a quella medicea, a garantirgli i voti di un gruppo di giovani cardinali che lo condussero al soglio pontificio.

Papa Leone X non fu troppo riconoscente nei confronti del cardinale e solo tre anni dopo fece cacciare dalla Signoria di Siena il fratello del cardinale, Borghese Petrucci. Da quel momento Alfonso non pensò che a vendicarsi e l’occasione gli si presentò quando il Papa, sofferente per una fistola che gli era nata in fondo alla schiena, decise di licenziare il suo medico personale.

Con una serie di maneggi Alfonso riuscì a farlo curare da Battista da Vercelli che aveva, in realtà il compito di avvelenarlo. I congiurati però non avevano fatto i conti con la prudenza, ma anche con la pudicizia del Papa che non volle mai mostrarsi nudo al nuovo medico. Il tentativo fallì e il cardinale ebbe la malaugurata idea di comunicarlo con una missiva al maestro di casa Marco Antonio Nino. La lettera fu intercettata dal Papa che era giustamente sospettoso e la sua vendetta non tardò. Il cardinale fu arrestato e giustiziato in Castel Sant’Angelo il 16 luglio 1517, mentre il medico fu squartato presso Ponte Sant’Angelo.

Al di là di questo episodio Leone X ebbe buoni rapporti con molti dei suoi avversari politici. Lo dimostra anche l’ospitalità che offrì a Roma a Pier Soderini e Filippo Strozzi. D’altra parte si era prefisso due obiettivi fondamentali: evitare le guerre con gli Stati stranieri e difendere gli interessi della famiglia Medici a Firenze. La diplomazia diventò la sua arma migliore, ma non escluse del tutto il ricorso alla forza e al potere che gli conferiva il ruolo di Papa.

Nel 1513 per esempio risolse a favore di Firenze un arbitrato con Lucca per il dominio di Pietrasanta e nel 1516 consegnò il ducato di Urbino al nipote Lorenzo II, spodestando Francesco Maria Della Rovere che pure aveva accolto i Medici al momento della loro prima cacciata da Firenze.

Con Leone X e con una serie di matrimoni azzeccati la casata dei Medici fece un ulteriore salto di qualità e si apprestò a diventare una stirpe di nobili. Lontani erano i tempi in cui si potevano definire “Masnada del Mercato Vecchio”. I Medici erano diventati prima, banchieri famosi e poi Signori di Firenze. Solo qualche anno più tardi, anche grazie al suo titolo di duchessa di Urbino, la figlia di Lorenzo II, Caterina avrebbe sposato Enrico II futuro re di Francia diventando Regina e madre di Re.

DANIELE NICCOLI

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