6 agosto 1489 – Inizia la costruzione di Palazzo Strozzi

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Firenze 365

Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

6 agosto 1489 – Inizia la costruzione di Palazzo Strozzi

All’inizio del Quattrocento il banco degli Strozzi era uno dei più floridi della città ed era destinato a svilupparsi ancora di più nel corso del secolo. Possedeva filiali in tutte le principali corti italiane ed europee ed era l’interlocutore principale di papi e re. Difficile stimare l’ammontare delle ricchezze della famiglia, ma nel 1343, quando il comune impose un prestito forzoso (prestanza) a tutte le famiglie della città, i Medici furono tassati per 304 fiorini mentre gli Strozzi ne dovettero pagare ben 2063.

Il 22 maggio 1427 per sostenere lo sforzo bellico contro Filippo Maria Visconti, la Repubblica fiorentina istituì il catasto, primo tentativo di imporre le tassazioni in maniera proporzionale. In base ai rilevamenti fatti in quell’occasione, Palla Strozzi risultò l’uomo più ricco di Firenze. All’epoca la sua famiglia aveva già dato alla città di Firenze 93 priori e 16 Gonfalonieri di Giustizia, ma non riuscì a evitare la svolta autoritaria imposta da Cosimo de’ Medici e per Palla si aprirono le vie dell’esilio.

Gli Strozzi non si diedero per vinti e, per ricordare ai signori di Firenze che avrebbero dovuto comunque fare i conti con la famiglia più ricca della città, un discendente di Palla, Filippo il Vecchio fece costruire un palazzo più grande di quello dei Medici. La costruzione del Palazzo fu affidata a Simone del Pollaiolo detto anche il Cronaca.

Il palazzo fu costruito in maniera da apparire come una piccola fortezza nel cuore della città. Composto di tre piani divisi da cornici con il bugnato di pietra, massiccio al piano terra e poi via via più liscio ai piani superiori, risultò oltremodo imponente. L’esterno del palazzo fu completato da torcère, lucerne, porta bandiera e anelli per i cavalli forgiati da Niccolò di Nofri del Sodo, il più importante fabbro fiorentino dell’età rinascimentale.

Le lucerne, per volere dell’artigiano, ricordavano vagamente le cipolle perché nella piazza antistante il Palazzo anticamente si teneva il mercato ortofrutticolo. Secondo quanto riportato da Vasari, Lorenzo il Magnifico sarebbe stato un assiduo frequentatore della bottega del fabbro, ma, nonostante il suo stato di Principe di Firenze non avrebbe da questi ottenuto privilegi e non si sarebbe potuto esimere dal pagare un anticipo

sempre voleva l’arra e per questo Lorenzo de’Medici
lo chiamava il Caparra (Giorgio Vasari)

Allo stesso modo, il fabbro, non avrebbe affrettato il lavoro per il Signore di Firenze a scapito di quei poveri clienti che

venuti a bottega inanzi a lui e che tanto stimava i denari loro
quanto quei di Lorenzo (Giorgio Vasari)

Daniele Niccoli

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