Con Narciso il labaro viola sale in paradiso

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Fiorentina

Ci sono persone che, anche se non le conosci, incidono, magari senza saperlo, sulla tua vita. Quantomeno la scandiscono e, in qualche giornata, addirittura ne determinano il ritmo.

Una di queste persone era Narciso Parigi. Per anni, una settimana sì e una no, ha rappresentato, per me e molti altri, le tre del pomeriggio e l’inizio di uno spettacolo meraviglioso: la partita di pallone.

Con le prime note del suo meraviglioso inno vedevi spuntare da sotto la Fiesole la chioma bionda di Antognoni, di Batistuta o più semplicemente di Dino Pagliari e sentivi un brivido. Era il sabato del villaggio del calcio a Firenze. Dopo qualche minuto tutto sarebbe cambiato e magari avresti smoccolato per qualche passaggio sbagliato, ma in quel momento tutto era perfetto.

Dalla Ferrovia, dove ho seduto per molti anni, vedevo distintamente sventolare il labaro viola sulla torre di Maratona. Nessuno poteva sapere ancora se sarebbe stata una domenica di sconforto o di vittoria, ma quel motivo, che Narciso intonava splendidamente alle 15 in punto, metteva allegria. Era il simbolo della domenica.

Lo ascolteremo ancora molte volte, forse con un velo di tristezza, ma anche con un’assoluta certezza: quel labaro, da ieri, è con te in paradiso. E sventola. Eccome sventola.

DANIELE NICCOLI

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