16 giugno 1914 – Nasce la Misericordia di Sesto Fiorentino

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Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino, i giorni della nostra storia

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

16 giugno 1914 – Nasce la Misericordia

Con il decreto Motuproprio del 21 marzo 1785 il granduca di Toscana, Pietro Leopoldo di Lorena, stabilì la soppressione di

        tutte   le  Compagnie,  Congregazioni,   Congreghe,  Centurie   e   Confraternità
[…] compresivi  anco  i  così  detti  Terzi  Ordini

 Il provvedimento faceva parte di più ampio progetto di riforme che avrebbe forse potuto portare alla nascita di una chiesa toscana autonoma e distinta da quella romana se Pietro Leopoldo non fosse stato chiamato a ricoprire il ruolo di Imperatore d’Austria e avesse dovuto lasciare il ruolo di granduca di Toscana al figlio Ferdinando.

A fare le spese del provvedimento del 1785 fu anche la Compagnia di San Giovanni Decollato nata a Sesto nel 1525 sulle ceneri di una precedente Confraternita di flagellanti. Fu spogliata di tutti i suoi averi, ma il mutato clima politico imposto dal granduca Ferdinando III permise al pievano Luigi Meucci di ricostituirla nel 1792. Negli anni successivi intorno alla Confraternita si rinnovò un grande fervore che portò anche il gonfaloniere di Sesto, Filippo Strozzi, a chiedere di essere ammesso a far parte della Compagnia. Furono decise spese importanti per rifare l’altare dell’oratorio, per acquistare suppellettili e, soprattutto, per realizzare un nuovo fuciacchio. Per quest’ultima spesa fu contratto un debito che doveva estinguersi in quattro anni, ma che in realtà pesò per molti anni sulla Compagnia che nel frattempo doveva registrare una riduzione delle rendite legata alla diminuzione delle iscrizioni. Secondo Giulio Vannucchi, tra le tante ragioni che determinarono la crisi economica della compagnia, quella che gravò di più fu quella legata allo spostamento delle sepolture dalla chiesa al nuovo cimitero a sterro costruito nel 1838. Alla fine insomma fu ancora un provvedimento di Pietro Leopoldo a determinare la crisi della Compagnia che comunque, tra mille difficoltà, sopravvisse almeno fino al 10 novembre 1905 giorno in cui fu indetta l’adunanza preposta a registrare il rendiconto annuale.

Dopo un lungo silenzio il 16 giugno 1914, con un atto della Curia Arcivescovile di Firenze, sulle ceneri della Compagnia di San Giovanni Decollato, nacque la Misericordia di Sesto Fiorentino. Considerati gli scarsi mezzi a disposizione l’attività all’inizio si limitò a garantire una degna sepoltura dei morti. Si pensò anche a un corso d’istruzione per il  pronto soccorso, ma lo scoppio della Prima Guerra Mondiale fece recedere dal proposito.

Grande protagonista di quel primo periodo fu Pietro Azzarri, un operaio della manifattura Ginori che dedicò tutta la sua esistenza alle opere di misericordia nei confronti dei più bisognosi. Morì il 19 aprile 1926 e i sestesi parteciparono in massa al suo funerale. Anche gli artisti sestesi vollero dimostrare, a modo loro, l’affetto nei confronti di quest’animo buono: il pittore Ennio Pozzi realizzò un ritratto mentre il giovane scultore Antonio Berti partecipò alla realizzazione del monumento funebre. Anni più tardi anche l’Amministrazione Comunale volle riconoscere il valore di Pietrino bono intitolandogli una via nel centro del paese.

Dopo un periodo pionieristico, nel 1926, con il Correttore, pievano Francesco Niccoli, la Misericordia di Sesto si affiliò alla Federazione delle Misericordie d’Italia che aveva sede a Firenze. Un passaggio obbligato ma anche necessario per ratificare l’assegnazione, da parte del Comune, di un’ambulanza, L’operazione fu a lungo ostacolata dal commissario prefettizio e ci volle tutto l’impegno e la diplomazia del consigliere comunale e confratello Odoardo Tosi per portarla a termine. La consegna ufficiale avvenne in piazza Vittorio Veneto il 13 marzo 1927. Un lungo corteo la accompagnò fino alla sede di piazza della Chiesa. La manutenzione del nuovo mezzo fu affidata ai due meccanici di biciclette che avevano la bottega in piazza della Chiesa: Ugo Campostrini e Marino Bigagli. Più tardi fu l’officina di Enrico Innocenti di via Mazzini a occuparsene.

Nei primi cento anni di vita della Confraternita, numerosi sono stati i Correttori e i Governatori che hanno retto, le sorti della Misericordia, ma, con il rischio di far torto a molti, una menzione particolare credo sia opportuna per il Pievano monsignor Andrea Cassulo e il dottor Gino Conti. Il primo fu Correttore dal 1941 al 1986 e il secondo governatore dal 1945 al 1987. Hanno condiviso gli anni duri della guerra, dell’ospedaletto allestito all’interno della Pieve, e quelli quasi altrettanto difficili della ricostruzione. A tal proposito basti pensare che a causa della guerra la Misericordia era rimasta completamente sprovvista di ambulanze. L’inaugurazione del primo mezzo del dopoguerra risale al 4 novembre 1945. Arrivarono poi anche i tempi dell’ammodernamento e dell’ampliamento delle attività. Nel 1951, grazie alla donazione a prezzo di favore da parte di Olinto Casini di alcuni locali di fronte alla sede, furono realizzati gli ambulatori. Nel 1971, sempre in prossimità della sede, fu realizzato il Centro Sangue gestito dal gruppo Fratres.

La storia più recente ci porta invece all’inaugurazione della nuova sede di piazza San Francesco che risale al 15 settembre 2007.

Daniele Niccoli

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