18 maggio 1921- Renato Ceccherini ucciso dai fascisti

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Fascisti a Sesto
La foto, tratta dalla pagina Facebook di sesto com'era, si riferisce a un periodo successivo rispetto a quello descritto nell'articolo

Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino, i giorni della nostra storia

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

18 maggio 1921- Renato Ceccherini ucciso dai fascisti

Le elezioni elettorali del 1921 non conferirono al partito fascista di Sesto Fiorentino i risultati sperati. Con 855 voti (16,73%) furono solo terzi, largamente distaccati dal partito Socialista (46,74%), ma anche dal neonato partito Comunista d’Italia (20,15%).

Stentavano ad affermarsi con i metodi democratici ma avevano difficoltà a mettere in atto anche le violenze con cui si stavano affermando nel resto d’Italia. Il panorama però cambiò rapidamente e, se prima delle elezioni a Sesto era stato possibile respingere i fascisti pratesi che, guidati da Amerigo Dumini, avevano tentato di togliere la bandiera rossa dal palazzo comunale, il 18 maggio nessuno riuscì a fermare gli squadristi della Disperata. Da un camion in corsa gli squadristi spararono numerosi colpi sulle persone che, dopo l’uscita dal lavoro, affollavano La Strada. Uno dei colpi ferì mortalmente Renato Ceccherini, un giovane di 16 anni figlio di un componente della Commissione interna della Richard-Ginori. Altri due cittadini furono feriti.

Scattò immediatamente la reazione popolare nei confronti dei fascisti sestesi, ma carabinieri e guardie regie provenienti da Firenze obbligarono con la forza la cittadinanza a rincasare. Nonostante questo nella notte la fattoria di Ugo Vannini, Presidente dell’associazione Combattenti di Sesto e acceso sostenitore del fascismo, fu data alle fiamme.

Il Corriere della Sera del 19 maggio 1921 riportò la grave notizia dell’uccisione di Ceccherini in maniera a dir poco fredda e quasi dispiaciuta per la mancanza di una valida motivazione per un episodio così efferato:

 

Ieri sera mentre un autocarro di fascisti attraversava piazza Ginori, non è accertato per quali ragioni, i fascisti hanno sparato dei copi di rivoltella. E’ rimasto ferito all’addome il giovinetto Renato Ceccherini

 

Secondo quanto riportato da L’Ordine Nuovo del 20 maggio un secondo camion di fascisti sarebbe giunto a Sesto intorno alle 22, avrebbe tentato l’assalto al palazzo comunale e sarebbe riuscito a recapitare una lettera minatoria con la quale si intimavano le dimissioni del sindaco Annibale Frilli. Quest’ultimo si sarebbe rifiutato energicamente e avrebbe messo a disposizione della squadraccia fascista la sua persona piuttosto che il mandato. Ai fascisti non rimase che proseguire per Firenze ma al Sodo furono affrontati con decisione da un gruppo di operai. Soltanto l’intervento delle guardie regie consentì ai fascisti di salvarsi.

I tempi della corretta dialettica politica erano a quel punto definitivamente tramontati e le violenze da allora furono quasi all’ordine del giorno. Nell’autunno del 1921 i fascisti fiorentini tentarono di raggiungere Sesto per incendiare la Casa del Popolo, ma la reazione della popolazione li indusse a rinunciare all’impresa. Fu forse l’ultima vittoria dell’antifascismo sestese. I tempi ormai volgevano al peggio.

Daniele Niccoli

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