14 ottobre 1909 – Piazza Francisco Ferrer

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Foto tratta dalla pagina Facebook Sesto com'era

Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino, i giorni della nostra storia

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

14 ottobre 1909 – Piazza Francisco Ferrer

Francisco Ferrer, chi era costui? Non se lo chiederebbe solo Don Abbondio. Eppure si tratta di un personaggio che, per la sua tragica fine, infiammò i cuori di tutti i libertari d’Europa all’inizio del Novecento.

 

Dopo aver fondato la Escuela Moderna, un esperimento pedagogico all’avanguardia, ma che gli valse l’accusa di anarchia, si ritrovò coinvolto nei drammatici fatti che si svolsero in Spagna tra il 26 luglio e il primo agosto 1909 conosciuti come Settimana Tragica. La popolazione, esasperata dalla decisione di richiamare alle armi i riservisti in occasione della guerra con il Marocco, si ribellò alla Guardia Nazionale procurando numerosi disordini.

Ferrer, anarchico, anticlericale, massone fu accusato di essere il sobillatore, subì un processo farsa e fu condannato a morte. La notizia della sua condanna determinò accese proteste in tutta Europa soprattutto da parte dei gruppi anarchici, ma non valsero a far cambiare la decisione del tribunale militare. La domanda di grazia non fu acclota e Il 13 ottobre 1909 Ferrer fu fucilato nella fortezza del Montjuich.

 

Già fin da ieri, dopo che si era saputo che era sta negata la grazia, vibratissimi manifesti erano erano stati redatti dal Comitato fiorentino pro Ferrer, dal Comitato provvisorio del sindacato operai ferroviari, dalla Corda fratres e dalla Giunta comunale del vicino paese di Sesto Fiorentino (La Stampa 14-10-1909

 

Il suo sacrificio ebbe ripercussioni anche sulla toponomastica di molte città. Non ultima Sesto che, con la delibera 258 del 14 ottobre 1909, decise di intitolare la vecchia piazza della Chiesa con il nome del celebre pedagogista catalano. L’antica denominazione fu ripristinata con un provvedimento del 13 gennaio 1923. Eravamo già in epoca fascista.

La sacralità di piazza della Chiesa aveva sofferto anche durante il periodo napoleonico per l’innalzamento dell’albero della libertà. In buona sostanza si trattava di un palo sormontato da un berretto frigio, simbolo dei giacobini durante la Rivoluzione francese. A più di un secolo di distanza così Arturo Villoresi commentava quei fatti:

 

E così fra il declinare del XVIII secolo e il sorgere del XIX si abbe che alcune famiglie che incominciarono a emergere ad una certa fortuna, inneggiando al progresso favorirono gli spiriti bollenti che vollero, per le loro idee, dar vita agli alberi della libertà.
Anche Sesto, nella piazza della secolare pieve, vide il suo albero, che fu fatto a spese del Consiglio Comunitativo con la spesa di lire novanta (Arturo Villoresi)

Daniele Niccoli

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