21 marzo 1709 – Il re di Danimarca e la suorina

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Duomo 1
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

21 marzo 1709 – Il re di Danimarca e la suorina

Nel 1692 il principe di Danimarca Federico soggiornò a Firenze, ospite del Granduca Cosimo III. Durante il soggiorno in Toscana fu invitato ad una cerimonia galante in quel di Lucca. Nell’occasione ebbe modo di conoscere una bella e giovane lucchese, Maria Maddalena Trenta. Il principe, all’epoca molto giovane e molto sensibile al fascino femminile, sfoggiò tutte le sue doti di adulatore e di ballerino. Grazie anche al non trascurabile fascino della nobiltà riuscì a far innamorare, di un amore ricambiato, la bella Maria Maddalena. Il loro però era un amore impossibile.

Lui luterano, lei cattolica. Lui futuro re, lei già fidanzata. In un primo momento l’amore sembrò trionfare: Federico promise la conversione e Maria Maddalena ruppe il fidanzamento con Filippo Ercolani di Bologna. Quel matrimonio però non si doveva fare e non si fece.

Il principe tornò in Danimarca senza convertirsi e si limitò ad inviare un ritratto miniato contornato di diamanti alla giovane lucchese. In cambio gli fu spedito un piccolo crocefisso con i simboli della passione. In quel modo Maria Teresa volle comunicare al principe di essersi scelta uno sposo ancor più importante: Gesù Cristo. Maria Teresa si era fatta suora di clausura nel Monastero di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi in Borgo Pinti a Firenze.

Molti anni dopo, alla fine del 1708, Federico, diventato Re di Danimarca e Norvegia, d’improvviso lasciò il regno per un lungo viaggio di cui nessuno sapeva ben comprender le ragioni, ma che ben presto si capì essere un tour del cuore. Visitò Venezia, Ferrara, Bologna. e infine anche Firenze.

Il suo secondo soggiorno nella capitale del Granducato è documentato anche da una targa posta sopra la porta San Gallo. Una volta giunto a Firenze, Federico chiese di incontrare l’antico amore, ma sia la madre superiora che il vescovo Tommaso della Gherardesca, rifiutarono il permesso.

Fu necessario l’intervento del granduca Cosimo III, che sperava nella conversione al cattolicesimo del re, e la promessa di cinquecento ungari d’oro, per rendere possibile l’incontro. Era il 21 Marzo del 1709 e, secondo le cronache del tempo, Federico uscì commosso dall’incontro ma restò luterano e prima di rientrare in Danimarca ritrovò il sorriso partecipando a battute di caccia, giochi e balli. Anche la passione per le donne non si sopì con quell’incontro tanto che Federico IV fu l’unico re danese bigamo per ben due volte.

La vicenda di Federico e Maria Maddalena è stata riproposta in forma di romanzo all’inizio del ‘900 dallo scrittore danese Borgen Janssen con La fanciulla di Lucca.

Daniele Niccoli

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