23 agosto 1958 – Furto nella villa del “Banchiere di Dio”

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Villa Il Casale

Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino, i giorni della nostra storia

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

23 agosto 1958 – Furto nella villa del “Banchiere di Dio”

Nella notte fra venerdì 22 e sabato 23 agosto 1958 villa il Casale di via del Pozzo a Sesto Fiorentino fu svaligiata dai ladri. Le prime stime stabilirono in circa un milione il valore della refurtiva. Cronaca nera? Non solo. La villa, che era stata proprietà dell’ex campione di ciclismo Gino Bartali, era stata acquistata, undici mesi prima da Cesarina Biachini sposata, in seconde nozze, con il commendatore Giovan Battista Giuffrè.
Il vero protagonista di questa storia è proprio Giuffrè, ex cassiere di una banca di Imola che aveva cominciato ad amministrare denaro per conto di parrocchie, istituti religiosi ma, soprattutto, di privati cittadini cui venivano promessi interessi annui del 100% frutto di miracoli della Divina Provvidenza. “Presta e raddoppiasi” diceva in quegli anni.

Giuffré non investiva i soldi in attività finanziarie, ma semplicemente rimborsava i creditori con i soldi raccolti da altri risparmiatori. La più classica delle catene di sant’Antonio, se vogliamo rimanere in ambito sacro. Una truffa se si vogliono utilizzare termini più appropriati.

Lo scandalo esplose il 20 agosto 1958 e il furto, di due giorni dopo, apparve particolarmente tempestivo considerando che avvenne poco prima della perquisizione della Guardia di Finanza.
Secondo la ricostruzione fatta da l’Unità del 26 agosto 1958

gli sconosciuti sarebbero passati attravrso un foro che i muratori avevano scavato qualche tempo fa in una parete esterna del giardino della villa per compiere alcuni lavori. Di lì. con una scala appartenente agli stessi muratori, i ladri sarebbero saliti sopra una balconata del primo piano e, dopo aver forzato una porta con un piccone, sarebbero penetrati nello studio del commendatore Giuffrè impossessanadosi (…) di alcuni documenti e di oggeti di valore trovati nelle altre stanze. (…) All’ufficiale dei carabinieri, il guardiano ha dichiarato che solo una persona praticissima della si-stemazione interna avrebbe potuto fare il percorso deguito dagli ignoti visitatori notturni

Il caso dei banchieri senza banca coinvolse il ministro delle finanze Luigi Preti e il suo predecessore Giulio Andreotti oltre a vari esponenti del clero. Per chiarire la vicenda fu costituita una commissione parlamentare d’inchiesta. Le sinistre chiesero l’abrogazione del segreto d’ufficio per i bancari, ma DC e PSDI si opposero con successo al provvedimento. Finì che la moltiplicazione dei denari si chiuse non tanto per i provvedimenti del Parlamento ma perché venne a mancare la fede nei confronti dei poteri della Divina Provvidenza.

Giambattista Giuffrè non fu mai arrestato a causa dell’età e di una cardiopatia. Morì, povero, l’11 luglio 1964 a Lugo di Romagna.

Luigi Preti fu tre volte ministro delle Finanze e dei Trasporti, una volta ministro della Pubblica Istruzione, della Marina e del Bilancio.

Giulio Andreotti fu sette volte Presidente del Consiglio, otto volte ministro della Difesa, cinque volte ministro degli Esteri, tre volte ministro delle Partecipazioni Statali, due volte ministro delle Finanze, del Bilancio e dell’Industria, una volta ministro del Tesoro, dell’Interno, dei Beni Culturali e delle Politiche Comunitarie.

Daniele Niccoli

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