26 febbraio 1860 – Apertura del cimitero degli Allori

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Firenze 365

Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

26 febbraio 1860 – Apertura del cimitero degli Allori

Nell’Ottocento l’alto numero di ospiti cristiani non cattolici nella città di Firenze rese necessaria l’edificazione di un cimitero in cui si potessero raccogliere le loro salme. In quanto non cattolico, la condizione necessaria per la sua realizzazione è che si trovasse fuori dalle mura. A questo scopo nel 1827 il demanio granducale vendette alla chiesa evangelica riformata svizzera, un terreno di circa 8000 metri quadri immediatamente fuori porta Pinti.

Il terreno in questione era costituito da una montagnola creata con il terreno di riporto lasciato dopo la costruzione del bastione voluto da Michelangelo prima dell’assedio di Firenze. La realizzazione fu affidata all’architetto Carlo Reishammer. Nel 1858 alla sommità della montagnola fu eretta una colonna donata da Federico Guglielmo IV di Prussia che tuttora segna l’incrocio tra i due viali che dividono in quattro settori la montagnola.

Il cimitero accoglie 1049 tombe, per lo più di letterati, artisti e mercanti di 16 diverse nazionalità. Qui sono sepolti gli ultimi discendenti di Shakespeare, lo scrittore inglese Walter Savage Landor, l’editore e scrittore Giampietro Viesseux e la poetessa inglese Elizabeth Barrett Browning.

Cimitero degli inglesi
TuttoSesto

Tra gli ospiti meno noti troviamo invece la piccola Mary Bocklin figlia del pittore simbolista Arnold. Quest’ultimo visse a Firenze dal 1874 al 1884 e poi dal 1895 fino alla sua morte sopraggiunta nel 1901. Nei primi anni fiorentini abitò proprio in prossimità del cimitero che probabilmente ispirò il suo lavoro più famoso: “L’isola dei morti”. Bocklin, tra il 1880 e il 1886 produsse ben cinque diverse versioni di quest’opera. Il tema comune è una piccola barca che un rematore, insieme ad una figura vestita di bianco, conduce ad un’isola sassosa. L’opera fu molto popolare all’inizio del XX secolo e affascinò molti personaggi famosi. Adolf Hitler possedeva la versione del 1883 che ora è conservata alla Galleria Nazionale di Berlino.

Quando a Firenze, diventata capitale, si rese necessario l’abbattimento delle mura, l’architetto Giuseppe Poggi conferì al cimitero la sua odierna forma ovale con i viali di circonvallazione che girano intorno all’ “isola”. A quel punto però il cimitero si trovava all’interno della nuova città e così nel 1877 fu proibito alla comunità protestante di procedere a nuove sepolture. Nel frattempo era stato realizzato, nella zona del Galluzzo, il nuovo cimitero detto “degli Allori” in cui oggi riposano altre celebrità “fiorentine” come Frederick Stibbert, Harold Acton e lo stesso Arnold Bocklin.

Il cimitero ha vissuto un momento di grande notorietà nel 2006 quando la scrittrice giornalista fiorentina, Oriana Fallaci è stata tumulata nella tomba di famiglia accanto ad un cippo commemorativo di Alekos Panagulis, suo compagno di vita.

Aspettami. Io ti ho aspettato tanto   (Oriana Fallaci)

DANIELE NICCOLI

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