27 febbraio 1921 – Brucia la sede degli Ex Combattenti

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Casa del Popolo di Sesto Fiorentino
Casa del Popolo di Sesto Fiorentino- Foto tratta dalla pagina Facebook Sesto com'era

Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore dei libri Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino – I giorni della nostra storia

Fatti e date che caratterizzano la storia e la cronaca della città di Sesto con la speranza che ci possano aiutare a conoscere la nostra semenza e a intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

27 febbraio 1921 – A fuoco la sede degli Ex Combattenti

Il 27 febbraio 1921 a Firenze si tenne la cerimonia di commemorazione di Luigi Bertelli, detto Vamba, scrittore e giornalista fiorentino morto pochi mesi prima. Era stato l’autore del giornalino di Gian Burrasca. La rievocazione, affidata a Piero Calamandrei, fu interrotta dall’esplosione di una bomba lanciata contro un corteo di persone che si stava dirigendo in Piazza dell’Unità per deporre una corona al monumento ai caduti di tutte le guerre.

L’episodio faceva parte del clima di guerriglia che in quei giorni si respirava a Firenze. I fascisti, guidati da Dino Perrone Compagni, avevano distrutto la sede del giornale socialista La Difesa e seminato il terrore in città, scatenando la reazione di socialisti e comunisti. La violenza culminò con l’uccisione di Spartaco Lavagnini, leader del sindacato ferrovieri e, dell’appena nato, Partito Comunista d’Italia.

Nei giorni successivi ferrovieri e tranvieri scesero in sciopero. Ci furono scontri in tutta la città e anche nei comuni periferici. In San Frediano e a Ponte a Greve furono addirittura alzate le barricate per resistere ai fascisti. Fu necessario l’intervento dell’esercito con cannoni e autoblindo per reprimere la rivolta.

A Sesto, definita dai giornali nazionali, impero dei socialisti, fu assaltata e data alle fiamme la sede degli ex combattenti. Protagonista di quelle vicende fu Giulio Cerreti che così narra i fatti ne I ragazzi della Fila rossa:

A Sesto dopo la febbrile e agitata riunione alla Casa del Popolo alcuni gruppi di compagni, eccitatissimi, si recarono alla sede dei combattenti, centro non di innocui ex combattenti della guerra, ma di un selezionato gruppo di facinorosi come il capitano Vannini e il tenente Permoli, la fecero sgombrare e vi appiccarono il fuoco. Altri gruppi si misero alla ricerca dei sospetti fascisti per dar loro la lezione che meritavano. Nella notte vi furono anche numerosi incendi di fattorie.

Di seguito, invece, l’articolo del Corriere della Sera del 28 febbraio 1921 che descrive, in maniera meno partecipata, ma non meno di parte, i fatti di quel giorno:

Una ripercussione dei fatti di Firenze si è avuta a Sesto Fiorentino ove i socialisti, che ivi imperano, diedero l’assalto alla locale sezione dei combattenti distruggendo ed incendiando i mobili. Da Firenze accorsero i pompieri a spegnere il fuoco.

Daniele Niccoli

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