30 gennaio 1484 – Nasce il Franciabigio

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Franciabigio 2

Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

30 gennaio 1484 – Nasce il Franciabigio

Uno dei temi più ricorrenti fra gli affreschi realizzati a Firenze nel periodo rinascimentale è la rappresentazione dell’Ultima Cena. Molti artisti fiorentini si sono misurati con questa prova e oggi ne rimangono le testimonianze nei refettori dei tanti conventi di Firenze. Il cenacolo di Santa Croce è stato realizzato da Taddeo Gaddi, quello di Santo Spirito da Andrea Orcagna, quello di San Salvi da Andrea del Sarto, quello di San Marco e quello di Ognissanti da Domenico Ghirlandaio. A cimentarsi con quello del Convitto della Calza fu invece Francesco di Cristofano detto il Franciabigio.

L’edificio che ospita l’opera fu realizzato nel 1362 come ospedale di San Giovanni Battista gestito dalle suore Gerosolimitane che lì curavano i pellegrini e i cavalieri del Santo Sepolcro. La badessa suor Antonia de’Medici nel 1514 affidò la realizzazione dell’affresco al Franciabigio. Il disegno sembra cogliere l’istante in cui Gesù pronuncia la frase:- Uno di voi mi tradirà. S’intuisce dalle reazioni degli apostoli e in particolare da quella di Giuda colto nell’atto di alzarsi di scatto dallo sgabello su cui era seduto. Durante l’assedio di Firenze, le suore Gerosolimitane abbandonarono il convento. A loro subentrarono i frati Ingesuati, ordine monastico dall’abito religioso caratterizzato da un cappuccio allungato a forma di calza che ha finito per dare il nome al Convitto.

Il Franciabigio è noto anche per aver completato lo Sposalizio della Vergine nel Chiostro dei voti della basilica della Santissima Annunziata. L’opera era stata iniziata da Andrea del Sarto che però, scontento della scarsa remunerazione, aveva interrotto i lavori dopo aver completato sette lunette. L’incarico allora fu affidato al Franciabigio, che nella circostanza non dimostrò certo di essere un esempio di calma e pacatezza. Accortosi che i frati dell’ordine dei Servi di Maria, committenti del’opera, non avevano resistito alla curiosità di osservare l’opera non ancora ultimata, non esitò ad impugnare lo scalpello e a togliere il volto alla Madonna.

con una martellina da muratori,
che era quivi, percosse alcune teste di femmine
e guastò quella della Madonna   (Giorgio Vasari)

Al di là della testimonianza del Vasari, è probabile che alla base dello scempio ci sia stato il mancato rispetto dell’accordo economico pattuito. Gli artisti dell’epoca erano molto sensibili a questo aspetto. Qualunque sia stata l’origine del danno, rimane che il guasto procurato dalle martellate del Franciabigio non è mai stato riparato e che la Madonna si presenta ai visitatori ancor oggi senza volto.

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