5 giugno 1853 – Invenzione del motore a scoppio

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Osservatorio Ximeniano
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

5 giugno 1853 – Invenzione del motore a scoppio

Eugenio Barsanti e Felice Matteucci, rispettivamente sacerdote con la passione per la fisica e ingegnere idraulico, il 5 giugno 1853 depositarono un plico sigillato presso l’Accademia dei Georgofili. Si trattava del Rapporto riguardante alcuni nuovi esperimenti in cui illustravano la possibilità di sfruttare l’espansione rapida di una gas in seguito ad un’esplosione per sollevare un pistone. In pratica avevano inventato il motore a scoppio.

Eugenio Barsanti era nativo di Pietrasanta, ma si trasferì a Firenze per terminare la sua formazione religiosa. La sua attività d’insegnate lo vide prima operare a Volterra e poi a Firenze nella scuola di San Giovannino, sede dell’osservatorio Ximeniano.

Matteucci proveniva da Lucca; era diventato ingegnere idraulico grazie ai suoi studi a Parigi e dal 1838, dopo aver sposato Giulia Ramirez di Montalvo, abitava a Campi Bisenzio. Tre anni prima aveva presentato un progetto per la bonifica del lago di Bientina che non fu accettato dal governo granducale, ma che gli permise di conoscere Padre Barsanti.

I due iniziarono a collaborare alla realizzazione del motore a scoppio nel 1851 e continuarono fino alla morte del Barsanti nel 1864. I lavori si svolsero per lo più all’osservatorio Ximeniano. Il primo vero brevetto fu rilasciato in Inghilterra il 13 maggio 1854 con il nome Obtaining Motive Power by the Explosion of Gases.

Seguendo gli schemi di quel brevetto nello stabilimento Benini fu costruito un primo prototipo che nella primavera del 1856 era già in funzione nelle officine della Ferrovia Maria Antonia. In seguito a questo successo il brevetto fu ottenuto anche nel Regno di Piemonte, in Francia e in Belgio.

Il motore Barsanti-Matteucci aveva un rendimento più alto rispetto a quelli proposti da altri ingegneri intorno la fine del 1859 per cui i due decisero di passare alla produzione su scala industriale. La produzione di un motore della potenza di quattro cavalli fu affidata alla società John Cockeril di Serign in Belgio. Quando il successo commerciale sembrava arridere alla coppia, nell’aprile 1864 Eugenio Barsanti morì per un attacco di tifo. Matteucci non fu in grado di gestire l’azienda e la commercializzazione del motore fallì. Non riuscì neanche a tutelare i brevetti e così nel 1877 l’invenzione del motore a scoppio fu attribuita a Nikolaus August Otto. Nella sua azienda, negli anni successivi, lavorarono Gottlieb Daimler, Wilhelm Maybach e Karl Benz che, dopo non poche vicissitudini, diedero vita alla Mercedes-Benz. Insomma con un po’ più di fortuna anche la storia dell’auto poteva essere diversa.

Matteucci comunque non perse la sua verve di inventore. Negli ultimi anni della sua vita ritornò ad occuparsi di idraulica e riuscì a costruire un pluviometro per misurare l’altezza della pioggia e un idrometrografo che valutava le variazioni della portata dei fiumi.

Daniele Niccoli

 

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