9 aprile 1388 – L’ospedale

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Panicaglia zona ex ospedle - Tuttosest settembre 2024
Panicaglia zona ex ospedle - Tuttosest settembre 2024

Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore dei libri Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino – I giorni della nostra storia

Fatti e date che caratterizzano la storia e la cronaca della città di Sesto con la speranza che ci possano aiutare a conoscere la nostra semenza e a intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

9 aprile 1388 – L’ospedale

Nel tardo medioevo i viandanti e i pellegrini che non erano in grado di pagarsi una locanda, trovavano accoglienza nelle cosiddette domus hospitalis posizionate lungo le strade che portavano verso mete di pellegrinaggio. Erano in genere strutture provviste di pochi letti ma che disponevano di piccoli oratori.
Anche a Sesto lungo la via Cassia si trovavano strutture di questo tipo. La più antica probabilmente fu quella dedicata a San Jacopo e, in seguito, anche a San Filippo. Se ne ha notizia grazie a un documento del 1340 con cui il rettore della Chiesa di San Ruffillo dichiarava un lascito nei confronti della Misericordia di Firenze che si sarebbe dovuta impegnare alla realizzazione di un ospedale. La località prescelta inizialmente fu Rovezzano, ma in seguito si pensò che il popolo di San Martino a Sesto fosse più adatto allo scopo. Il 9 aprile 1388 Biagio di Segnia Popoli ne fu eletto spedalingo e prese in consegna i beni mobili e immobili. In un documento custodito dal Bigallo si deduce che l’ospedale, nel 1659, possedeva due stanze e sei letti per gli uomini e una stanza con due letti per le donne.
Proprio in quell’anno la struttura fu affidata a livello al marchese Giovanni di Antonio Corsi che aveva l’obbligo della manutenzione, di continuare a praticare l’ospitalità e di far celebrare la Messa almeno una volta alla settimana. Con il decreto granducale del 19 aprile 1751 l’edificio fu ereditato da un omonimo discendente del marchese che, sulla base del decreto arcivescovile del 12 giugno 1752, chiese al pievano di Sesto, Andrea Buonaparte, di “profanare” l’oratorio in maniera da poterlo adibire a uso civile.
Sull’esatta ubicazione dell’ospedale, intitolato ai SS Jacopo e Filippo, esistono pareri discordanti. Secondo Guido Carocci la sede si sarebbe trovata in un caseggiato dell’attuale via Verdi, ma nello stesso luogo Arturo Villoresi colloca invece un piccolo convento denominato Santa Maria Novella al quale era annesso un piccolo ospedale destinato ai frati pellegrini. Un’altra ipotesi ci porta in via di Baldracca (attuale via Frosali) dove sopravvive ancora un’antica casa da signore che nel 1588 il proprietario, Filippo Angeni, lasciò in eredità all’Ospedale degli Incurabili che aveva la sua sede principale in via San Gallo a Firenze. L’edificio però non fu mai adibito a ospedale e rimase, anzi, una dimora signorile fino al XIX secolo quando, per l’incuria dei nuovi proprietari, iniziò un lento ma inesorabile decadimento.
Secondo le ricerche di Giulio Vannucchi l’ospedale dei SS Jacopo e Filippo invece avrebbe avuto sede in un edificio posto sulla Strada (attuale via Gramsci) all’altezza dei numeri civici cha vanno dal 271 al 281. Una località che nel Settecento era chiamata fico lardo. L’edificio, alla fine dell’Ottocento divenne proprietà della famiglia Donnini che vi abitava fin dal 1659. Erano gli antichi spedalinghi che una volta diventati proprietari dell’immobile vi impiantarono (1752) un’attività da maniscalchi.
Nel frattempo il territorio si era arricchito di altri ospedali. Il 29 dicembre 1351 in località Stamberga (Panicaglia), Pierozzo di Barone Cappelli, dando seguito al volere testamentario del padre, aveva fondato l’ospedale di S. Cristoforo che aveva anche una ‘succursale’ a San Donato in Lonciano. Nel 1543 l’ospedale passò sotto la giurisdizione dei Capitani del Bigallo che, nel 1719, lo cedettero allo spedalingo Benedetto di Filippo Giolli.
Intorno al 1338, in località Bulimacco iniziò la costruzione anche dell’ospedale di San Leonardo che avrebbe ospitato i frati domenicani di passaggio. Nel 1351 il vescovo di Firenze, Angiolo Acciaioli, concesse ai frati domenicani la possibilità di aggregare all’ospedale un oratorio per le necessità dei viandanti e degli stessi abitanti di Sesto:

horatorium sub vocabulo et venerazione S. Leonardi, et altare et campana publice detinere con facoltà di sepoltura

Nel 1534 l’ospedale fu dato a livello alla famiglia Corsi che durante i lavori di ampliamento della loro villa incorporarono il complesso ospedaliero e l’oratorio.
Sarebbero stati invece semplici romitori intitolati ai SS Girolamo e Maddalena e alle SS Maria e Caterina quelli che si trovavano su Poggio Casaccia. Il nome del monte sarebbe legato proprio alla presenza delle rovine dei due romitori e di una cripta che viene anche indicata nelle piante catastali del XIX secolo.

Daniele Niccoli

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