I facchini della TNT/Fedex di Calenzano hanno incrociato le braccia questa notte. Dopo lo sciopero di tre ore di ieri notte, oggi una protesta eclatante di solidarietà, motivata dalla scelta della multinazionale di licenziare 66 colleghi impiegati nel “hub” di Peschiera Borromeo (Milano): un picchetto davanti al magazzino di Calenzano, iniziato alle 00.00 e concluso alle 6:00 di stamane, ha bloccato il carico e scarico delle merci.
I lavoratori che rischiano il posto di lavoro sono da anni assunti a tempo indeterminato tramite un agenzia interinale, e con un accordo sindacale del 6 marzo l’azienda si era impegnata all’assunzione alle proprie dipendenze dirette con contratti a tempo indeterminato per tutti entro giugno. Poi, invece, le lettere di licenziamento.
Oltre ai licenziamenti, i lavoratori hanno rivendicato l’anticipo della Cassa Integrazione per i dipendenti in appalto di tutta la filiera TNT (i facchini di Calenzano sono ad oggi gli unici ad aver già firmato un accordo sindacale in questo senso). Già da lunedì, infatti, è in corso uno stato di agitazione nazionale, sfociato stanotte in uno sciopero che ha paralizzato i principali hub dell’azienda, e molte filiali.
“Mentre non si fa che dire che “siamo tutti sulla stessa barca”, milioni di lavoratori ancora spettano la Cassa Integrazione e devono fare i conti con estreme difficoltà a pagare l’affitto, o anche a portare in tavola io cibo per la propria famiglia. In questa situazione di emergenza, multinazionali come dal TNT FedEx dovrebbero garantire l’anticipo della cassa ai lavoratori che in questi anni hanno prodotto le loro fortune economiche e finanziarie con crescite fino al 27% annui del fatturato. Siamo invece di fronte a licenziamenti di massa inaccettabili. È questa la “fase 2” di cui tanto si parla?“.
Sindacato Intercategoriale COBAS – Coordinamento Provinciale di Prato e Firenze
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