Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri
Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza (Dante, Inferno, canto XXVI)
2 marzo 1482 – Muore Lucrezia Tornabuoni
Nel 1443 Cosimo il Vecchio inaugurò la stagione dei matrimoni che avrebbero dato lustro alla casata Medici. Al figlio Piero, destinato a succedergli, fu data in sposa Lucrezia Tornabuoni. Gentile ma bruttina, Lucrezia garantì alla famiglia di mercanti, diventati banchieri, di imparentarsi con una casata di nobili origini. I Tornaquinci, diventati in seguito Tornabuoni, risiedevano infatti a Firenze fin dal X secolo e, appartenenti al partito Guelfo, avevano occupato ripetutamente le più alte cariche comunali.
Lucrezia oltre al titolo nobiliare regalò alla casata originaria del Mugello intelligenza, senso degli affari e ulteriore consenso popolare. La malattia di Piero e la prematura morte del secondo genito di Cosimo, Giovanni, contribuirono ad esaltare le sue doti tanto che il suocero la considerava “l’unico uomo della famiglia”.
Da Cosimo imparò a gestire la cosa pubblica senza troppo apparire. La discrezione, ma anche la determinazione e l’intelligenza, furono fra le sue doti più importanti. Dopo la morte del marito, allevò i figli come Principi consapevole del ruolo guida ormai conseguito dalla famiglia. Lucrezia fu in grado di guardare anche oltre le mura domestiche e così se Cosimo aveva sposato una Bardi (famiglia di banchieri) e Piero una Tornabuoni (famiglia Magnatizia), per il nuovo Signore di Firenze, Lorenzo, scelse una Orsini.
Clarice, discendente di una nobile famiglia romana avrebbe potuto aprire le porte di San Pietro alla famiglia Medici. Previsione che non poteva essere più azzeccata visto che il nipote Giovanni sarebbe diventato Papa Leone X nel 1512 e che le carriere ecclesiastiche di altri appartenenti alla famiglia sarebbero state notevolmente favorite. Per scegliere la moglie del figlio, Lucrezia si recò personalmente a Roma e, quasi si trattasse di merce da comprare, scrisse così al marito a proposito della futura nuora:
Il petto non potemo vedere perché usano ire tutte turate,
ma mostra di buone qualità (Lucrezia Tornabuoni)
Per Lorenzo, innamorato della fiorentinissima Lucrezia Donati, la scelta della madre rappresentò un colpo al cuore, ma s’inchinò alle ragioni di stato. Non fu mai innamorato della moglie Clarice, ma il suo matrimonio fu prolifico e, a quei tempi, era più che sufficiente. Trovò conforto in altre donne, ma il legame più importante rimase quello con la madre tanto che la sua morte, sopraggiunta il 2 marzo 1482, provocò al Magnifico un grande dolore
Io resto tanto sconsolato, avendo perduto
non solamente la madre, ma l’unico rifugio di molti miei fastidi
e sollevamento di molte fatiche (Lorenzo il Magnifico)
DANIELE NICCOLI
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