20 ottobre 1435 – Nasce Andrea Della Robbia

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Piazza Santissima Annunziata-Istituto degli Innocenti 1 2

Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

20 ottobre 1435 – Nasce Andrea Della Robbia

I Della Robbia sono stati una famiglia di scultori che ha attraversato quasi per intero il periodo rinascimentale. Il capostipite, Luca, fu il primo a sperimentare la terracotta invetriata per realizzare sculture policrome. Questa tecnica fu utilizzata la prima volta per il tabernacolo di Santa Maria Nuova che oggi si trova nella chiesa di Santa Maria a Peretola. La maiolica invetriata, secondo Vasari, si otteneva spalmando sulla terracotta una mescolanza di stagno, antimonio e altri minerali che rendevano il materiale inattaccabile dagli agenti atmosferici e quindi ideale per opere esposte all’esterno

Et avendo una meravigliosa pratica nella terra, la quale diligentissimamente lavorava, trovò il modo di invetriare essa terra co ‘l fuoco, in una maniera che è non la potesse offendere né acqua né vento. E riuscitoli tale invenzione, lasciò dopo sé eredi i figliuoli di tal secreto (Giorgio Vasari)

L’erede artistico di Luca fu il nipote, Andrea che si dedicò esclusivamente all’arte della terracotta invetriata. A Firenze si trovano testimonianze della sua attività allo Spedale degli Innocenti, all’interno della loggia di San Paolo e al museo del Bargello. Ultimo esponente, artisticamente rilevante, della stirpe dei Della Robbia fu Giovanni, figlio di Andrea.

Suo è il tabernacolo in maiolica policroma che si trova nella navata sinistra della chiesa dei Santi Apostoli e che custodisce le pietre che Pazzino de’Pazzi portò dalla Terra Santa dopo la prima Crociata. La tradizione vuole che con queste pietre fosse acceso il fuoco che infiamma la colombina per lo scoppio del Carro il giorno di Pasqua.

Alla chiesa di Santi Apostoli è legata anche una leggenda da cui è scaturito un famoso modo di dire fiorentino. In tempi passati durante il periodo pasquale nelle chiese cattoliche si celebravano le Quarantore, un rito che si rifaceva al numero di ore intercorse tra la morte di Cristo e la sua Resurrezione. Durante questa occasione i fedeli si recavano numerosi in chiesa per pregare e prepararsi alla Pasqua. In una di queste occasioni, nella chiesa di Santi Apostoli in Piazza del Limbo, una signora formosa e avvenente si sarebbe sentita toccare il sedere e avrebbe reagito mollando un bel ceffone al giovanotto che le stava dietro. Questi, per discolparsi, provò ad appellarsi alla ricorrenza, ma trovò l’arguta risposta della signora:

Signora mi scusi, ma sono le Quarantore.
Lo so!- rispose stizzita la signora – Ma icché c’entra il culo con le Quarantore?

Da allora questa battuta spiritosa indica una situazione in cui si stanno facendo affermazioni che non hanno nessuna attinenza con l’argomento in discussione.

DANIELE NICCOLI

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