10 ottobre 1862 – Termina l’esposizione della Società Promotrice Fiorentina

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Firenze 365

Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

10 ottobre 1862 – Termina l’esposizione della Società Promotrice Fiorentina

Intorno agli anni 40 dell’’Ottocento si formarono in varie città italiane le Società delle belle Arti che, tra le loro attività, avevano quella di organizzare un’annuale esposizione d’arte. Nel 1862, in occasione della mostra organizzata dalla Società Promotrice Fiorentina, fu coniato per la prima volta il termine Macchiaioli. Il merito fu di un recensore della Gazzetta del Popolo che con questo termine intendeva criticare quegli artisti che intorno al 1855 avevano dato origine a un rinnovamento della pittura italiana. Per la precisione però il termine “macchia” accostato alla pittura era già stato utilizzato da Giorgio Vasari a proposito delle ultime opere di Tiziano:

 

Condotte di colpi, tirate via di grosso,
e con macchie di maniera,
che da presso non si possono vedere,
e di lontano appariscono perfette (Giorgio Vasari)

 

Alla tecnica del maestro di origini venete i Macchiaioli aggiunsero l’idea della rappresentazione della realtà contemporanea. Per loro l’immagine del vero doveva essere ottenuta attraverso un contrasto di macchie di colore e di chiaroscuro, come se la realtà fosse quella visibile su uno specchio nero che filtrava i contrasti.

I macchiaioli trovarono il loro naturale punto d’incontro al caffè Michelangelo in via Cavour a Firenze. Il loro riferimento culturale fu il critico Diego Martelli che spesso invitava gli amici nella sua tenuta di Castiglioncello che, per lo scenario di bellezza e il clima mite che offriva, divenne il luogo ideale per la sperimentazione pittorica.

Del gruppo fiorentino facevano parte, tra gli altri, Odoardo Borrani, Adriano Cecioni, Raffaello Sernesi e Giuseppe Abbati mentre più isolati esercitarono la loro arte Giovanni Fattori, Telemaco Signorini e Silvestro Lega, forse i più importanti esponenti del movimento. Per la loro tecnica, che determinò la rottura definitiva con il Classicismo e il Romanticismo, i Macchiaioli sono considerati gli iniziatori della pittura moderna italiana, ma anche i precursori dell’Impressionismo, movimento artistico dal quale però si distinguevano per l’uso di colori più solari e luminosi.

I Macchiaioli rappresentarono una vera e propria scuola pittorica, ma non si pensi a loro come a un gruppo di amici. Furono spesso in disaccordo e fra loro non mancò l’invidia. Ne è testimonianza una frase di uno di Federico Zandomenighi:

 

La pittura di Fattori non esiste sotto nessun punto di vista né come mestiere né come arte. E’ una pittura triste come la fame e rivela un’ignoranza assoluta per parte di chi l’ha commessa ( Federico Zandomenighi)

Daniele Niccoli

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