Alla resa dei conti manca meno di un mese. Il D-Day è fissato per domenica 26 maggio, giorno non solo delle elezioni europee, ma anche delle comunali. A Calenzano sono in quattro, lo sappiamo, a contendersi la poltrona di sindaco, una donna e tre uomini: Biancastella Maienza (Forza Italia), Americo D’Elia (Fratelli d’Italia-Lega), Riccardo Prestini (Calenzano Insieme) e Marco Venturini (Sinistra per Calenzano-Per la mia Città).
Appuntamento elettorale importante perché metterà la parola fine al doppio mandato di Alessio Biagioli, rieletto con il 76,93% dei voti nel 2014. Percentuale bulgara. L’attuale primo cittadino era sostenuto da Partito Democratico, Lista Civica Calenzano 2020, Federazione della Sinistra (Prc+Pdci), Partito Socialista Italiano e Italia dei Valori.
Saranno elezioni caratterizzate da divisioni crude e profonde, sia sul fronte del centrosinistra che su quello del centrodestra.
Prestini e Venturini non sono riusciti a trovare una sintesi. “Sinistra Italiana ha deciso di candidarsi come alternativa al Pd. Credo che sia un errore perché in questa fase nazionale la diversità di idee deve essere un valore, non una penalizzazione”, ha detto il primo a Tele Iride (VIDEO). “Noi non siamo divisi, siamo diversi. La sinistra è diversa da quello che è oggi il Partito Democratico. Quando la storia e i valori sono stati traditi, noi inevitabilmente abbiamo dovuto fare scelte diverse”, ha replicato il secondo.
Non sono mancate le polemiche sulla scelta di Prestini a candidato del centrosinistra. A tirargli la volata c’è (anche) Alessio Biagioli. Per molti è una contraddizione visto che il primo cittadino è coordinatore metropolitano di MDP e allo stesso tempo suo sostenitore insieme al Pd da cui è fuoriuscito. Il sindaco ha esternato la sua opinione il 14 aprile scorso, alla quale ha fatto seguito la dura replica di Sinistra Italiana con il post Facebook intitolato “Se il sindaco si mette le scarpette da gioco”.
E’ anche vero, però, che la sinistra divisa non fa più notizia. Restando nella Piana, sono passati appena tre anni da quando Lorenzo Falchi (SI) ha avuto la meglio su Lorenzo Zambini (Pd) al ballottaggio a Sesto Fiorentino.
Molto più rumore, in quanto novità, sta facendo la frattura a destra. Da una parte Biancastella Maienza, dall’altra Americo D’Elia. “L’ambizione è formare una coalizione”, diceva il 26 novembre 2018 Claudio Gemelli, portavoce provinciale di Fratelli d’Italia. Niente da fare però. “Quando mi è stato chiesto di candidarmi a sindaco, ho chiesto esplicitamente che non ci fosse Forza Italia. E’ stato uno dei paletti che ho messo alla candidatura, altrimenti non avrei corso. Calenzano non si merita un partito come Forza Italia. L’ho contestata per cinque anni in Consiglio comunale”, ha detto duramente D’Elia a Tele Iride (VIDEO). “Abbiamo scelto di andare da soli perché non abbiamo avuto una sinergia d’intenti. Ci rendiamo conto che è una scelta coraggiosa. Vogliamo uscire dallo schema partitico-personalistico che abbiamo fino ad ora anche a Calenzano per dare qualcosa di nuovo ai cittadini sempre nell’ottica della collaborazione. Condividiamo i contenuti dei partiti nostri fratelli di destra, ma a volte non accettiamo i toni e i modi”, ha spiegato Maienza.
Insomma: il clima è infuocato. A pochi giorni dalle elezioni i punti interrogativi sono tanti. Quale sarà l’affluenza al voto? Quale sarà la percentuale d’astensionismo? Ma soprattutto: i sostenitori del Movimento 5 Stelle per chi si schiereranno (se lo faranno)? A differenza di cinque anni fa (Francesco Mastroberti), non c’è il candidato sindaco pentastellato. Alcuni elettori potrebbero dare fiducia a D’Elia in quanto ex grillino, altri potrebbero cambiare corso, altri ancora potrebbero trascorrere un fine settimana al mare.
Tra poche settimane sapremo se Calenzano sarà ancora rossa o se cambierà colore.
STEFANO NICCOLI