Calenzano: l’ex sindaco Carovani risponde a Prestini

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Giuseppe Carovani
Foto: TuttoSesto

A seguito dell’intervista al sindaco di Calenzano, Riccardo Prestini, pubblicata il 30 dicembre 2021 su tuttosesto.net, giunge la replica dell’ex sindaco Giuseppe Carovani tirato in ballo dall’attuale primo cittadino:

“Ogni tanto il Sindaco Prestini, a corto di argomenti per rispondere nel merito alle tante critiche sulle scelte urbanistiche che compie la sua Amministrazione, ritira fuori il solito repertorio di mistificazioni sul mio operato di Sindaco nel primo decennio degli anni 2000. Lo ha fatto anche in occasione della recente intervista di fine anno a TuttoSesto. La nostra associazione Sinistra per Calenzano aveva già risposto a tale argomentare nel maggio scorso. Credo a questo punto opportuno che lo faccia anche io, direttamente.

Il Parco delle Carpugnane. Prestini non prova il minimo senso del pudore ad attribuirsi il merito della realizzazione di questa opera così importante per Calenzano. Vorrei semplicemente ricordare che se oggi si può procedere – anche se con un ritardo di oltre 10 anni – alla realizzazione del Parco lo si deve alla serrata trattativa con Società Autostrada portata avanti dell’Amministrazione che ho avuto l’onore di presiedere tra il 1999 ed il 2009, che ha inserito questo importante polmone verde di 35 ettari fra le opere di compensazione per i lavori della terza corsia autostradale, sancito prima nella VIA del 2006 e infine nella conferenza dei Servizi della primavera 2009.

Gli unici progetti che l’Amministrazione da me presieduta ha approvato sul Parco delle Carpugnane sono il piano particolareggiato redatto dallo studio Iris ed approvato dal Consiglio Comunale nel 2006 (fig. 1) che poi ha orientato la progettazione da parte di SPEA del progetto definitivo del parco approvato nel 2009 (fig. 2). In nessuno di tali progetti erano previste volumetrie se non nell’ordine di piccole strutture di servizio di qualche centinaio di mq.

La proposta di Piano Particolareggiato di iniziativa privata del Parco a cui fa riferimento Prestini risale al 2000, cioè prima della trattativa sulla terza corsia autostradale: si era nella fase di realizzazione delle casse di laminazione di cui la mia Amministrazione aveva già redatto il progetto quando fu avanzata, da parte dei progettisti incaricati dal consorzio dei proprietari dei terreni, una proposta progettuale per conciliare la realizzazione delle opere idrauliche con una sistemazione definitiva di tutta l’area perimetrata a parco, in cui erano previste strutture sportive, commerciali e di servizio immerse nel verde, per lo più con strutture sotterranee. L’Amministrazione all’epoca prese in considerazione la proposta perché avrebbe portato alla acquisizione a titolo gratuito delle aree per le casse di laminazione e alla realizzazione di un parco attrezzato – di cui il 70% pubblico – senza oneri per l’Amministrazione. La Regione non si oppose nel merito, ma chiese che si procedesse non con una variante parziale, ma con l’adozione del Piano strutturale ai sensi della legge 5/95.

Tale ipotesi progettuale tuttavia non fu mai prevista nel Piano Strutturale né portata in approvazione perché nel frattempo come Amministrazione avevamo maturato la scelta di inserire la richiesta di realizzazione del Parco delle Carpugnane nella trattativa con Società autostrade e già nel 2006 la VIA sulla terza corsia aveva recepito irreversibilmente tale nostra richiesta.

Nella narrazione di Prestini l’esproprio delle aree ed i milioni di euro stanziati per la realizzazione del parco, paiono piovuti dal cielo per grazia ricevuta. Non ho mai preteso e non mi interessano riconoscimenti di meriti. Ma non accetto nemmeno che si ribalti la verità dei fatti e mi si faccia passare, da quello che ha reso possibile che il parco si realizzasse, a quello che voleva distruggere e cementificare tale area.

La cosa assurda e grave è che oggi, con le aree già espropriate ed i soldi in mano per realizzare il Parco, l’Amministrazione pensi ad un progetto di parco frammentato, sovraccarico di parcheggi e funzioni, come lottizzazione di aree concesse o subaffidate a privati e/o associazioni che snatura il senso stesso del parco, riducendo gli spazi di fruizione pubblica, ad un angusto percorso lineare fra le recinzioni.

Infine Prestini ripropone l’altra accusa reiterata nei confronti del sottoscritto, di essere responsabile della cementificazione di Calenzano. Anche questa una palese falsità. Quando sono diventato Sindaco nel 1999 mi sono trovato ad applicare un Piano Regolatore che era stato approvato definitivamente pochi mesi prima dalla precedente amministrazione. Piano su cui mi ero espresso con un voto contrario all’atto di adozione quando ero consigliere comunale nel 1994 e mi aveva portato a fuoriuscire dal gruppo consiliare del PDS e fondare il gruppo Sviluppo Sostenibile.

Il Piano Strutturale approvato dalla mia Amministrazione nel 2004 ed il successivo regolamento urbanistico, si basavano esclusivamente sulla riconversione, recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente ed escludevano il consumo di nuovo suolo, non edificato e non pianificato. Erano gli anni in cui la rendita fondiaria ed immobiliare era al culmine ma l’Amministrazione era capace di dire di no ai tanti appetti speculativi. Scelte all’avanguardia all’epoca ed è di queste che io rispondo.

Prestini risponda nel merito delle scelte che compie oggi, invece di cercare diversivi polemici su ciò che è successo ormai vent’anni fa”.

 

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