Secondo un’antica leggenda un cardinale ebbe l’incarico dal Papa di trasportare una statua lignea della Madonna da Roma alla Francia. Poco prima di arrivare a Firenze, esattamente a Cercina, il suo mulo si fermò e non volle più ripartire. Costernato, ma anche deciso a proseguire il viaggio, il cardinale alleggerì il carico dell’asino scaricando la statua. Con suo grande stupore a quel punto l’animale si gettò a terra davanti alla Madonna come in segno di devozione. Il Cardinale considerò il gesto come espressione della volontà divina e decise che la statua da quel momento sarebbe stata conservata nel luogo in cui oggi sorge la Pieve che da quel momento divenne sede di pellegrinaggio. Tra i più rilevanti viaggi di devozione verso Cercina è da ricordare quello di Papa Leone X durante la sua prima visita a Firenze dopo l’elezione al Soglio Pontificio. Testimonianza del pellegrinaggio sarebbe un affresco che si trova, pressoché illeggibile, sotto il portico della Pieve. Nella copia su tela realizzata nel Settecento si vedono invece distintamente ben quattro processioni provenienti da direzioni diverse. Sono la compagnie di Santo Stefano in Pane, di San Cresci a Macioli, di San Potito a Quinto e di San Martino a Sesto. Nel corteo proveniente da Sesto è ben visibile un labaro su cui è raffigurato un compasso, anticamente detto anche ‘seste’ perché l’apertura del compasso con cui si descrive una circonferenza è pari al lato dell’esagono inscritto.
L’affresco di Cercina è il documento più antico in cui è visibile lo stemma del nostro paese. Altre antiche raffigurazioni sono rintracciabili nello stemma del XVII secolo della famiglia Betti e sulla casa Barbieri in Salimbosco.
Simbolo di Sesto è quindi quel compasso che secondo Dante sarebbe stato addirittura lo strumento con cui Dio avrebbe tracciato i confini dell’universo.
Poi cominciò: «Colui che volse il sesto
a lo stremo del mondo, e dentro ad esso
distinse tanto occulto e manifesto (Dante Alighieri)
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