Un fiume in piena. In collegamento telefonico da New York col Pentasport di Radio Bruno Toscana, il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, ha parlato di tanti temi, dalle ambizioni future alle conferme di Daniele Pradè e Giuseppe Iachini.
Particolarmente dure le parole all’indirizzo del soprintendente di Firenze, Andrea Pessina. Ma facciamo un passo indietro. Intervistato dal Corriere Fiorentino, Pessina ha detto:
“Mi auguro che il Parlamento rifletta bene su entrambi gli emendamenti (quello di Italia Viva e quello del Pd sulla ristrutturazione degli impianti sportivi, ndr), si rischia un precedente pericoloso. Non è mai successo che i vincoli posti su beni culturali vengano indeboliti rispetto a necessità economiche, vere o presunte. Rischio Flaminio se restano i vincoli attuali? Si parla di valutare la sostenibilità economica per togliere i vincoli: chi la valuta? Non ho mai sentito un proprietario di una squadra di calcio o di un’impresa dire che guadagna troppo. E se passa questo principio, qualsiasi richiesta su un bene vincolato potrebbe essere legato a ragioni economiche“.
Dura, durissima la reazione di Rocco Commisso che ha messo in dubbio non solo la realizzazione del centro sportivo a Bagno a Ripoli, ma anche del nuovo stadio:
“Non ci volevano le sue parole, sono dispiaciuto. Non deve dire che i proprietari delle squadre di calcio o di un’impresa guadagnano troppo. Lui ha esperienza nel suo campo, ma come si permette di parlare dei miei ricavi. Dico una cosa sul centro sportivo, prima del quale avevamo parlato dello stadio su cui ci è stato messo il veto. Prima di comprare i terreni per il centro sportivo, siamo andati da Pessina che ci disse di proseguire. Abbiamo accontentato la Soprintendenza con tutti i lavori del caso, ma poi hanno voluto di più. I tempi si sono allungati per colpa del Covid-19. A luglio mi hanno detto che avremmo posticipato l’incontro. Dopo di che mi hanno detto che i lavoratori potevano iniziare a settembre, ma se Pessina non sarà di parola non realizzerò il centro sportivo. Se sono disposto a rinunciare? Non accetto che qualcuno mi dica che dobbiamo cambiare altre cose. Abbiamo speso molti più soldi del previsto. Tengo al progetto del centro sportivo. Voglio mantenere questa promessa. No al nuovo stadio se rinuncio al centro sportivo? Sì, i tifosi devono capire che questa è una cosa seria. In Italia c’è una specie dittatura di poteri, non è possibile. I funzionari come Pessina devono rispettare la politica. Perché ha dette certe frasi sugli emendamenti?.
Possiamo trasferire la squadra fuori Firenze, ma non lo farò. Possiamo portare, invece, lo stadio da Campo di Marte a Campi Bisenzio. Sono deluso, spero lascino lavorare gli investitori. Perché la Soprintendenza si deve mettere in mezzo a questioni che riguardano lo stadio? Capisco Palazzo Vecchio o Palazzo Pitti, ma allo stadio si va per vedere le partite di calcio“.