Mettiamo l’orologio indietro di quasi due anni, il periodo che viene rievocato nelle nostre menti si palesa immediatamente come una cicatrice che ancora non è guarita del tutto: il primo lockdown.
Il periodo delle massime restrizioni, ormai lo sappiamo a memoria, è stato il deterrente sgradito ma assolutamente necessario per contenere il dilagare del virus; ma se da un lato questo ha giovato alla sanità, dall’altro ha inevitabilmente creato dei danni incalcolabili. Pensiamo ad esempio a quanto possa essere stata difficile la vita dei bambini per via della privazione di qualsiasi forma di gioco o di comunicazione con i coetanei. E ora fermiamoci un attimo a pensare a chi le difficoltà nella comunicazione le aveva già di suo, senza il bisogno dell'”aiuto”di questo nemico invisibile: i ragazzi con disabilità complesse.
In soccorso di questi bambini, desiderosi forse più degli altri di comunicare, sono intervenuti dei veri e propri supereroi come Paola Puggioni, Giuseppina Castellano e Giorgia di Marzio, terapeute presso l’Università di Roma, che, grazie al loro metodo, sono riuscite a migliorare la vita di molti ragazzi.
Il loro metodo, oggetto e soggetto del loro libro intitolato “Comunicazione aumentativa e alternativa“, consiste nella proposta ai pazienti di alcuni esercizi di base che possano facilitare e incrementare la loro capacità di comunicare, che di base è preclusa per le loro patologie.
L’esempio più comune è quello di una tavola di plexiglass su cui viene scritta una parola incompleta accompagnata da una serie di lettere possibili. I bambini in questo caso devono indicare con il proprio sguardo la soluzione corretta.
La tipologia di giochi che può essere effettuata è pressoché illimitata e completamente personalizzabile a seconda delle esigenze del bambino, ma l’elemento fondamentale su cui si basa questa magia rimane sempre e comunque lo sguardo: i bambini parlano con gli occhi.
Anche durante la pandemia l’assistenza delle specialiste non si è fermata, ha solo mutato forma, assumendo quella della telecomunicazione, cioè nella somministrazione dei metodi pedagogici online sui computer.
Il libro è stato presentato dalle autrici nel pomeriggio lunedì 6 dicembre alla biblioteca Ernesto Ragionieri di Sesto Fiorentino.
L’emozione dei genitori di questi bambini nel sentirli dire “ti voglio bene” consenzientemente, cosa che all’inizio sembrava impossibile, è il regalo più bello che le terapeute potessero fare a madri e padri.
Presenti alla presentazione anche l’assessore alle politiche sociali Camilla Sanquerin e Mascia Panerai, mamma di Camilla, bambina affetta dalla sindrome di Rett (patologia neurologica progressiva) scomparsa a inizio 2021 e che il 1° dicembre avrebbe festeggiato nove anni. Mascia ha partecipato al programma comunicativo delle specialiste e il caso della figlia è raccontato nel libro. Un applauso immenso va ai genitori di Camilla che grazie al Comitato Camilla per sempre continuano ad aiutare i ragazzi affetti da disabilità complesse.
Non serve quindi l’uso della parola intelligibile per capire il pensiero di un bambino, basta un suo sguardo ricco di emozione e sensibilità.
- “I bambini sono come i marinai, dovunque si posano i loro occhi è l’immenso” (Christian Bobin)
FILIPPO SANZO’