“Da centro del mondo politico a duello per pochi intimi”: l’analisi sulla campagna elettorale sestese

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Siamo ormai giunti alle battute finali della campagna elettorale sestese per le amministrative 2021.

Una campagna iniziata con l’annuncio dell’appoggio del Partito Democratico a Lorenzo Falchi e proseguita con la presentazione di ben sette candidati sindaco (LE INTERVISTE). Tutti uomini.

Cinque anni fa il tema dell’aeroporto dominò la scena politica e dalle urne uscì un risultato imprevisto. Oggi lo scenario è molto diverso. Più prevedibile? Chissà.

Dario-Baldi
Dario Baldi – Foto ripresa da Facebook

Per questo ospitiamo volentieri l’opinione di Dario Baldi, giornalista attento alle questioni sestesi che ora, lavorando a Milano, osserva da lontano, ma non con distacco, l’avvicinamento alle elezioni comunali di domenica 3 e lunedì 4 ottobre.
Dario, campigiano, ha lavorato per Calciopiù, Il Reporter, Tele Iride e Lady Radio. Da qualche mese fa parte dello staff de “La Zanzara“, la trasmissione in onda su Radio 24 condotta da Giuseppe Cruciani.


 

Da centro del mondo politico a duello per pochi intimi. Potremmo definirla così la transizione elettorale che Sestograd ha vissuto negli ultimi cinque anni.

Domenica e lunedi i cittadini sestesi si recheranno alle urne per scegliere sindaco e consiglieri comunali, ma queste elezioni sono riuscite a coinvolgere la città come la rassegna stampa mattutina coinvolge un bambino dell’asilo. “Dai mamma metti i cartoni”. Ecco, ci saremmo voluti divertire.

Cinque anni fa, dopo il terremoto di biagiottiana memoria e il commissario, il mondo politico fiorentino, toscano e anche nazionale guardava Sesto con una lente d’ingrandimento particolare. C’era un Partito Democratico spaccato, che aveva perso i suoi pezzi pregiati, un Lorenzo Falchi in ascesa che basò la campagna elettorale su concetti alla portata di tutti, capaci di toccare i sestesi e tutta una serie di esponenti più o meno importanti che parlavano di Sesto (ma in realtà non avevano mai passato Rifredi).

Le agenzie, le dichiarazioni, il blu delle sirene dell’auto dell’allora Presidente del Consiglio Renzi vennero squarciate dalla festa di piazza IV Novembre che proclamò Lorenzo Falchi sindaco.
In cinque anni ne sono successe di cose e tante frasi sono state dette.

Il primo cittadino uscente ha formato un esercito di pretoriani pronti a lottare nei gruppi social e di difendere qualsiasi decisione, un qualcosa di essenziale nel 2021 anche vedendo i Comuni limitrofi. Nessuno come Falchi è riuscito a trovarsi degli scudieri pronti a tutto. Molti di questi fanno parte delle liste che afferiscono alla sua candidatura, ma non è tutto oro quel che luccica.

Il pre e il post ballottaggio fu un continuo di frecciate, sorrisi amari e pugnalate alle spalle tra compagni e amici. Adesso, cinque anni dopo, tutti insieme. Ma come?

Il PD infatti torna a sostenere Falchi, dicendo che la posizione aeroportuale è la stessa delle altre sezioni della Piana, ma in completa contraddizione con Firenze. In televisione, parlando di altro, si fa spesso riferimento a un Grand Reset. Come è possibile in cinque anni, passati all’opposizione, che siano stati resettati i continui attacchi e quel clima decisamente ‘infame’ che si respirava per le strade.

Adesso tutti nella stessa grande famiglia. Ma con una competizione degna dei centro metri alle Olimpiadi. Sinistra Italiana e Per Sesto dovranno impegnarsi a coinvolgere fino all’ultimo votante per farsi spazio nei confronti di un partito che comunque è molto votato in città. Il voto regionale lo dimostra, nonostante abbiano iniziato a fare campagna con una serena tranquillità.

Ci sono anche Ecolò e Volt a sostegno di Falchi con la prima che trova alcuni ex sostenitori di Quercioli candidati. Ecco, appunto, i quercioliani.

Maurizio Quercioli riuscì a fare un ottimo risultato alle scorse elezioni, ma quel voto chi lo prenderà? Forse Daniele Lorini, sostenuto da Sesto Popolare, contenitore di Rifondazione e Potere al Popolo.

La sinistra più radicale a Sestograd ha sempre avuto piglio, ma quanto riuscirà a totalizzare nel 2021 dove tutto il centrosinistra è compatto sulle posizioni che trainarono il voto cinque anni fa. Quercioli, inoltre, veniva da un periodo di lotte in Consiglio contro l’amministrazione uscente, Lorini no.

Il principale sfidante di Falchi è Daniele Brunori, colui che rappresenta il centrodestra unito. Brunori, di estrazione leghista, è un candidato che ha avuto la forza di fare battaglie da esterno al Consiglio ben prima di esser candidato, il che è encomiabile.

Peccato che i dirigenti del centrodestra, come storia insegna, l’abbiano annunciato ‘dopo i fochi’, nonostante Brunori stesse già lavorando sul territorio. La certezza è che porterà Fratelli d’Italia e la Lega in Consiglio.

Il risultato può essere decisamente buono, guardando il dato nazionale della coalizione, ma peserà il voto delle singole liste dove non c’è, come anche su questo da tradizione, la corsa alla preferenza che invece si vede nella coalizione di Falchi.

Nella categoria degli outsider si inseriscono Gabriele Toccafondi e Giovanni Policastro. Due candidati diversi ma ascrivibili a quella categoria dei votanti dispersi che vorranno uscire dallo schema Falchi-Brunori.

Il primo, rappresentante di Italia Viva, si è candidato per lanciare un segnale al Partito Democratico regionale e fiorentino più che per lanciarsi in un risultato tutto sestese.

Una campagna elettorale iniziata tardi, con un programma che poteva essere serenamente quello di Forza Italia cinque anni fa, ma capace di portare un po’ di brio nella noiosa campagna del 2021. La candidatura di Toccafondi ha ridato slancio alla tenzone elettorale, riportando Renzi in città, ma anche svegliando il torpore degli altri candidati.

Italia Viva con Falchi non sarebbe potuta andare, ma chi conosce le dinamiche locali sa benissimo che dentro piazza Ginori ci sono tanti molto più vicini alle posizioni di Renzi che a quelle di Fratoianni, ma questo è uno degli altri segreti da tenere fino al 4 ottobre.

Policastro ci riprova, questa volta in prima persona. Dalle esperienze dei meet-up è rimasto un fedelissimo grillino fin dalla prima ora, quando i consiglieri comunali si facevano chiamare portavoce. E’ passato a supportarlo anche Giuseppe Conte, vedremo cosa riuscirà a portare a casa.

Chiudono la rosa dei candidati a Sindaco Girolamo Coffari per Italexit con Paragone (lista Prima Sesto ndr) e Luca Bandini per il Movimento 3V. Per il primo, stimato avvocato, la competizione sestese è un autentico salto nel buio, ma forse spinto dal vento del “no green pass” potrebbe riuscire a convincere qualche indeciso, anche aiutato dalle comparsate del leader e candidato a Milano Gianluigi Paragone.

Diverso il discorso per i 3V con Luca Bandini che hanno sicuramente aumentato il loro bacino dalle ultime regionali, piazzando candidati in tutte le grandi città, ma che difficilmente riusciranno a convincere il sestese medio abituato al partito. La carta vaccino, però, potrebbe giovare in quanto si sono spesi molto negli ultimi mesi sul tema.

La gara alla carica di sindaco sembra scontata, con un Falchi lanciatissimo, ma la vera competizione è tra gli stessi partiti della coalizione poiché la larga e compatta maggioranza uscente non si ripeterà e gli screzi tra puristi della rossa sinistra ed eletti PD rosé potrebbe essere la forza per una opposizione che vedrà tanta destra.

Sarà l’urna a parlare, ma Sestograd è destinata restare. E poco conta che siano passati leader nazionali, alle amministrative il voto va a chi si conosce, a chi si è visto di più negli ultimi cinque anni. E a Lorenzo Falchi non si può negare di aver toccato con mano tante realtà, vedremo se questo pagherà.

Il sindaco uscente ha tutto da perdere, così come il Partito Democratico sestese che torna per riprendersi la maggioranza, ma dovrà fare i conti con la forza delle preferenze. Sinistra Italiana dovrà ritrovare la spinta passata, anche se l’entusiasmo visto ai Giove-sì fa sperare per un voto di sinistra specialmente tra le giovani generazioni.

Il centrodestra ha tutto da guadagnare. Sia Lega che Fratelli d’Italia possono arrivare, trainati dal vento in poppa di Salvini e Meloni, ad occupare importanti scranni in Consiglio senza grossi meriti acquisiti negli ultimi anni tranne dal candidato sindaco stesso e da pochi altri. Forza Italia dovrà riuscire a restare aggrappata al treno Brunori con la lista Popolari Toscani guidati da Manola Aiazzi che andrà a pescare nello stesso bacino elettorale.

Al voto manca sempre meno, ma salvo grosse sorprese dell’ultim’ora, questa campagna è stata lenta. Talmente lenta che è stato più divertente pensare alle elezioni del prossimo anno a Rignano sull’Arno.

DARIO BALDI

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