Don Chisciotte con Alessio Boni e Serra Yilmaz al TeatroDante Carlo Monni

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Don Chisciotte

Saranno Alessio Boni, nei panni del sognatore e cavaliere errante, affiancato dall’inseparabile scudiero, il curioso ed esilarante Sancho Panza, portato in scena dall’attrice turca Serra Yilmaz i protagonisti dello spettacolo “Don Chisciotte”, in programma martedì 11 febbraio al Teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio (piazza Dante 23 a Campi Bisenzio, ore 21.00). La rappresentazione, liberamente ispirata al romanzo di Miguel de Cervantes Saavedra, è diretta da Roberto Aldorasi, Marcello Prayer e dallo stesso Boni, e vedrà sul palco anche Marcello Prayer, Francesco Meoni, Pietro Faiella, Liliana Massari, Elena Nico e Nicolò Diana nel ruolo del destriero Ronzinante.

Al centro della trama di uno dei capisaldi della letteratura europea troviamo Don Chisciotte della Mancia: uno squattrinato hidalgo, ma al contempo, grande sognatore, capace di guardare oltre ciò che la realtà impone. Accompagnato dal suo scudiero, Sancho Panza, Don Chisciotte è il simbolo dell’uomo moderno che combatte contro un mondo che non lascia spazio all’immaginazione, che annichilisce le aspirazioni insite nell’essere umano.

Chi è pazzo? Chi è normale?” – si legge tra le note di regia di Alessio Boni. “Forse chi vive nella sua lucida follia riesce ancora a compiere atti eroici. Di più: forse ci vuole una qualche forma di follia, ancor più che il coraggio, per compiere atti eroici. La lucida follia è quella che ti permette di sospendere, per un eterno istante, il senso del limite: quel ‘so che dobbiamo morire’ che spoglia di senso il quotidiano umano, ma che solo ci rende umani. L’ animale non sa che dovrà morire: in ogni istante è o vita o morte. L’ uomo lo sa ed è, in ogni istante, vita e morte insieme. Emblematico in questo è Amleto, coevo di Don Chisciotte, che si chiede: chi vorrebbe faticare, soffrire, lavorare indegnamente, assistere all’insolenza dei potenti, alle premiazioni degli indegni sui meritevoli, se tanto la fine è morire? Don Chisciotte va oltre: trascende questa consapevolezza e combatte per un ideale etico, eroico. Un ideale che arricchisce di valore ogni gesto quotidiano. E che, involontariamente, l’ha reso immortale. È forse folle tutto ciò? È meglio vivere a testa bassa, inseriti in un contesto che ci precede e ci forma, in una rete di regole pre-determinate che, a loro volta, ci determinano? Gli uomini che, nel corso dei secoli, hanno osato svincolarsi da questa rete – avvalendosi del sogno, della fantasia, dell’ immaginazione – sono stati spesso considerati “pazzi”. Salvo poi venir riabilitati dalla Storia stessa. Dopotutto, sono proprio coloro che sono folli abbastanza da credere nella loro visione del mondo, da andare controcorrente, da ribaltare il tavolo, che meritano di essere ricordati in eterno: tra gli altri, Galileo, Leonardo, Mozart, Che Guevara, Mandela, Madre Teresa, Steve Jobs e, perché no, Don Chisciotte”.

 

 

 

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