Napoleone a Sesto

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Napoleone a Sesto
Studio preparatorio per affresco di Paolo Graziani

Nell’agosto 1778 il generale Carlo Maria Bonaparte, un eroe della guerra d’indipendenza corsa, poi passato di slancio nelle fila dei francesi, lasciò l’isola natìa per un viaggio in Toscana, dove confidava di rintracciare le prove delle origini nobili della sua famiglia.

La ricerca gli si era resa necessaria per ottenere borse di studio per i numerosi figli.

Tempi duri per i ricchi.

Il viaggio condusse Carlo Maria prima a San Miniato e poi a Sesto dove il generale lasciò in custodia i due figli, Giuseppe e Napoleone, al pievano Andrea, suo congiunto.

 

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Lapide in San Martino

L’episodio, reso famoso dalla successiva carriera di Napoleone, è ricordato i nella biografia dell’imperatore composta da Abel Hugo, fratello del più noto Victor.

Stando ai racconti dell’epoca durante il soggiorno a Sesto, durato circa una settimana, il piccolo Napoleone si sarebbe dilettato in esercitazioni militari con i suoi coetanei facendo già intravedere le doti di stratega che di lì a poco lo avrebbero portato a mettere a ferro e fuoco tutta l’Europa.

Napoleone però all’epoca aveva solo nove anni e a noi rimane inevitabile pensare che qualche compagno di giochi, appena più cresciuto e coscienzioso, con l’innocenza del suo sestese arcaico, possa averlo così redarguito:

– Oh naccherino, se te tu stassi un po’ più con noi a lavorare ne’ campi e tu ti leveresti codesti grilli da i’ capo. Bischero!

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