Scandalo parcheggi a Firenze: due ausiliari intercettati mentre si dirigevano a Calenzano

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Visite ai genitori, pranzi al ristorante, shopping al centro commerciale. Passavano così – scrive l’Adnkronos – parte del tempo i dieci ausiliari del traffico coinvolti nell’inchiesta sul racket dei posteggiatori abusivi a Firenze. Nella misura cautelare, firmata dal gip del Tribunale di Firenze, Antonio Pezzuti, viene citata un’impressionante serie di episodi di assenteismo: anche per questo motivo la Procura ha inviato gli atti alla Corte dei Conti, per le valutazioni su eventuali profili di danno erariale. Lo riferisce “La Repubblica”.

Nuovi dettagli emergono dalle intercettazioni telefoniche agli atti dell’inchiesta, in particolare proprio riguardo il filone dell’assenteismo. Il più delle volte gli illeciti si consumavano durante la pausa pranzo, per contratto fissata in 30 minuti. Il 19 dicembre del 2018 gli ausiliari Vittorio Sergi e Beatrice Chiaverini, il primo finito in carcere, la seconda agli arresti domiciliari, vengono intercettati mentre si dirigono con l’auto di servizio verso un negozio di scarpe a Calenzano. Incrociano un’altra dipendente Sas e imbastiscono una versione di comodo: ‘Dice te t’ha visto lucciole per lanterne, noi s’era a fare le multe – dice Sergi – si piglia e si va a far le multe ora e si mette l’orario le 10“.

Spiega il gip nell’ordinanza di custodia cautelare: “Ha trascorso la rimanente parte della mattina a fare commissioni andando prima dal medico di famiglia e successivamente in un negozio di giocattoli“. L’episodio più clamoroso, scrive sempre “La Repubblica”, il 7 dicembre 2018, quando la polizia municipale vede entrare ben 7 ‘vigilini’ nel ristorante “Mr Wok” in via del Cavallaccio. Il pranzo dura dalle ore 12,30 alle 14,15.

“Siamo andati al Warner Village… a i’coso come si chiama all’Uci laggiù a Scandicci – racconta poi un ausiliare alla moglie – c’è l’all you can eat, tu mangi con dieci euro… s’è mangiato, s’è bevuto… poi alla fine c’era anche la grappa e s’è fatto un po’ troppo“. Un ruolo cruciale lo ricopre il capo reparto Nicola Raimondo, anche lui finito in carcere. Gli investigatori, un team della polizia municipale coordinato dal commissario Alberto Frati, lo indicano come istigatore. “Oltre ad assentarsi ogni volta per significativi lassi di tempo e a volte intere giornate senza farlo risultare istigava i colleghi a fare altrettanto e li copriva anche falsificando gli orari dei verbali“.

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