Non poteva che partire dal Nepal il grande messaggio di “Ciclisti per Caso” rivolto a tutti gli amici delle ruote che non inquinano ed in particolare ai ciclisti solitari che tutti i giorni usano la bicicletta per i loro spostamenti nelle città. Naturalmente a lanciarlo è il ciclo-ambasciatore Marco Banchelli, questa volta nella sua veste di anima e guida del gruppo, nato nel 1999 proprio in Nepal, durante la registrazione di “Turisti per Caso” per RAI 3. Insieme a Banchelli un eroico manipolo composto da ciclisti nepalesi ed italiani che come lui vorrebbero muoversi e pedalare su strade più sicure e meno inquinate.
Anche se la sua prima traversata risale al 1989, Marco Banchelli, frequentando queste terre da quasi 35 anni, ha potuto seguire molto da vicino lo sconvolgimento della vita e della viabilità di Kathmandu. Come è accaduto per molte altre città del nostro pianeta, anche la capitale del Nepal ha infatti visto sempre svilupparsi una mobilità a motore, a discapito di pedoni e ciclisti, che in pratica sono al limite dell’estinzione.
Il gruppetto di “Ciclisti per Caso” si è messo in movimento dal cancello della St. Xavier School di Patan, proprio seguendo l’itinerario che due di loro, Rosjinaed il marito Robin, tutti i giorni compiono per raggiungere il negozio che gestiscono a Kathmandu, ad una decina di chilometri di distanza. La partenza è stata data con una bene augurale benedizione, da un prete ciclista, Padre Theck. Percorrendo poi l’unico tratto di pista ciclabile del Nepal (circa 2km !), il gruppetto, superato il ponte sul sacro fiume Bagmati, è entrato nel territorio della capitale. L’orario scelto con la partenza alle 8,00 del mattino, ha consentito di evitare il grosso del traffico che dalle 9,30 alle 19,30 prende il quasi totale possesso di ogni spazio disponibile. Pedalare anche in Nepal, dove la bicicletta fino a pochi anni fa era assoluta regina, è sempre più oltre che pericoloso anche di notevole rischio per la salute. La valle di Kathmandu infatti con i suoi 5/6/7 (o magari anche oltre) milioni di abitanti, un po’ come quella di Firenze, è circondata da colline pre-himalayane che ne ostacolano fortemente la circolazione dell’aria, contribuendo a farne una delle metropoli più inquinate.
La pedalata si è conclusa a Thamel, un quartiere a nord della città che da qualche tempo ha la fantastica caratteristica di aver pedonalizzato un paio di strade. Ad attendere Marco Banchelli ed i suoi ciclisti non una “miss” ma un “mister” di assoluta eccezione: Robi Robiolo che dal 1976 si muove in Nepal a piedi o con mezzi pubblici. Robiolo in Nepal è una vera e propria istituzione essendo stato per tanti anni il mitico gestore della taverna Marco Polo.
Prima del brindisi conclusivo, con un eccellente cappuccino in stile italiano, l’invio a Bikeitalia.it di Paolo Pinzuti, dell’adesione di “Ciclisti per Caso” ad una manifestazione nazionale, sempre per la sicurezza e la vivibilità delle città, che si terrà il prossimo 23 febbraio a Roma.