Cammina, cammina
Quante scarpe consumate
Quante strade colorate
Cammina, cammina
Vanno verso nord, disegnano confini
Scendono poi a sud, segnando destini
Rimangono nel cuore quelle strade sotto il sole
Bello è ritornare, ma andare forse è meglio
(I Nomadi)
Itinerario:
- Via della Docciola
- Via Vecchia di Cercina
- Via della Docciola
- via di Montorsoli
- Via della Docciola
- Via di Feliceto
- Via di Castiglioni
- Via Montorsoli
- Via di Fontesecca
- Viale Luigi Devoto
- Via delle Palaie
- Via della Fontaccia
Il percorso di oggi è tutto in quota e comprende anche tratti dei comuni di Firenze e di Vaglia. Ho attraversato anche alcuni sentieri. La partenza è fissata sul piazzale della pieve di Cercina di cui abbiamo già parlato nella puntata numero 5. Scendo per via della Docciola, strada che prende il nome dalla canalizzazione dall’acqua che sgorga da una fonte nell’omonimo borro. Dopo un breve tratto della via Vecchia di Cercina mi incammino su un sentiero.
Lungo il percorso incontro una struttura ogivale al cui interno si trovano le sorgenti riunite in quanto collegate fra loro tramite un acquedotto. Queste sorgenti furono sfruttate fin dai tempi dei romani che convogliarono le acque d Morello verso la città.
Sul Terzolle trovo il Ponte romano, che in realtà pare sia stato costruito in epoca longobarda. E’ lungo circa 8 metri e dopo di esso si trova una strada lastricata che risalgo in direzione Montorsoli. Il ponte e la strada facevano parte del sistema viario che collegava Fiesole a Poggio al Giro. Da questa strada partivano i percorsi transappenninici.
L’attuale nome del torrente Terzolle deriva dalla terza pietra miliare sulla via Cassia nuova si trovava in prossimità del ponte di Rifredi dove la strada si incontrava con il tracciato della vecchia Cassia. In origine il torrente era detto Rivus Frigidu per le su acque fredde. Da quel nome è nato il toponimo Rifredi.
Al termine del sentiero rientro in via della Docciola e proseguo verso Montorsoli superando la dorsale di Canonica che separa la vallata del Terzolle da quella del Terzollina. Il piccolo borgo di Canonica è caratterizzato dalla presenza di villa “La Piazza” (o anche villa Maragliano) con l’annessa cappella di San Cristoforo.
Intanto proseguo il mio viaggio verso Montorsoli. L’obiettivo è la stazione che, nella primavera del 1944, fu teatro di una sfortunata battaglia partigiana che rappresentò anche l’inizio dell’odissea di Elio Bartolozzi, contadino di Ceppeto che fu deportato a Mauthausen per aver aiutato i partigiani.
La stazione di Montorsoli oggi non è attiva: i treni transitano senza fermarsi.
Riprendo il cammino percorrendo a ritroso via della Docciola fino a deviare su via Feliceto che deve il suo nome alla felce (filix). Su via Fontesecca trovo quel che resta del sanatorio inaugurato nel 1939 intitolato al medico Gudo Banti.
Tappa obbligata è l’Uccellatoio sulla vecchia via che collegava Firenze con Bologna. I viaggiatori provenienti da Firenze qui trovavano la prima stazione di posta che pare fosse costituita da un edificio molto grande e sviluppato su tre piani. Nel 1755, pochi anni dopo l’apertura del nuovo tracciato della strada, la stazione fu chiusa e spostata in una nuova struttura a Fontebuona. Per i viaggiatori che venivano dall’Emilia l’Uccellatoio rappresentava il punto da cui si scorgeva finalmente Firenze.
Ne parlò anche Dante nel XV canto del Paradiso dove il il sommo poeta nel confrontare Firenze con Roma preconizzò il rapido declino della città del Giglio.
Non era vinto ancora Montemalo
dal vostro Uccellatoio, che, com’ è vinto
nel montar sù, così sarà nel calo.
Secondo Matteo Villani nel 1364 durante la guerra fra Pisa e Firenze le truppe di Giovanni Acuto, al soldo dei pisani, misero a ferro e fuoco proprio la zona all’Uccellatoio e di Starniano.
La strada che da Pratolino conduce a Ceppeto è intitolata a Luigi Devoto, medico che si occupò di malattie del lavoro. Suo figlio Giacomo, oltre ad essere stato nella giunta di Gaetano Pieraccini al Comune di Firenze, e presidente dell’Accademia della Crusca, fu, insieme a Gian Carlo Oli, autore di un famoso dizionario della lingua italiana.
Giungo finalmente nel piazzale di Ceppeto dove trovo l’oratorio intitolato a San Jacopo. E’ ricordato fin dall’XI secolo. In origine si trattava di una chiesa parrocchiale sotto il patronato della famiglia Catellini di cui una volta era visibile lo stemma sulla porta d’ingresso. Era una delle sei chiese suffraganee della Pieve di Cercina. Le altre erano Santa Margherita a Cercina Vecchia, San Michele a Castiglione, Santa Maria a Urbana, San Martino a Bugliano e santa Maria a Starniano.
Ceppeto si trova esattamente sullo spartiacque che divide la vallata del Terzolle da quella della Carzola.
Nel piazzale di Ceppeto è ben visibile anche un Crocefisso del quale però riesco a dirvi solo quel che leggo sulla lapide. “Gli aspiranti della G.I.A.C. di Firenze nel centenario di fondazione – 23 maggio 1954”. Rimando le spiegazioni a chi ne sa più di me.
Sopra la strada invece si trova la lapide dedicata a Domenico Mariani, ispettore del Corpo Reale delle Foreste, che fu direttore dei lavori di rimboschimento di Monte Morello dal 1909 al 1931.
La zona di Ceppeto fu anche il luogo dove trovò la morte Giovanni Checcucci, il primo caduto della Resistenza fiorentina.
A questo punto non rimane che il rientro.
Chiudo con poco più di 13 chilometri e mezzo.
Per voi 11 foto e sette link per i consueti approfondimenti.
Alla prossima
Daniele Niccoli
FOTO:
Grazie infinite per queste informazioni sempre molto interessanti.
Grazie a chi le legge