30 ottobre 1859 – Le prime elezioni amministrative a Sesto Fiorentino

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Palazzo Pretorio
Foto tratta dalla pagina Facebook Sesto com'era

Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore dei libri Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino – I giorni della nostra storia

Fatti e date che caratterizzano la storia e la cronaca della città di Sesto con la speranza che ci possano aiutare a conoscere la nostra semenza e a intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

30 ottobre 1859 – Le prime elezioni amministrative

Nell’aprile 1859, alla vigilia della seconda Guerra di Indipendenza, Leopoldo II di Lorena, abbandonato ormai dall’esercito e dalla popolazione lasciò mestamente Firenze. Canapone, così lo chiamavano i fiorentini, partì alla volta di Bologna passando sotto lo stesso arco che aveva salutato, più di duecento anni prima, l’arrivo a Firenze della sua famiglia. Al povero Leopoldo rimase la soddisfazione di essere stato l’unico Granduca di Toscana ad aver governato Lucca. Nel 1847, infatti, erano entrate in vigore alcune clausole del Congresso di Vienna che avevano consegnato al Lorena quasi tutto l’ex Ducato. In seguito alla cosiddetta rivoluzione pacifica del 1859 i seguaci di Leopoldo II, detti anche codini, furono invitati a non agitarsi troppo perché questa volta non ci sarebbe stata una Restaurazione

L’albero pende
le foglie cascan giù
codini andate a letto
che i’ babbo un’ torna più

A seguito di questi eventi, tragici, ma non sanguinosi, si formò il Governo provvisorio della Toscana guidato dai cittadini fiorentini più in vista: Bettino Ricasoli, Cosimo Ridolfi, Enrico Poggi e Ubaldino Peruzzi.
Il 30 ottobre dello stesso anno il governo indisse le prime elezioni amministrative. La legge, di tipo censitario, prevedeva che solo gli uomini con una rendita imponibile di almeno 90 lire toscane potessero esercitare il diritto di voto. Le elezioni avevano quindi un carattere prettamente elitario eppure rappresentarono una grande innovazione considerato che fino ad allora i membri degli organi comunitativi (Magistrato e Consiglio) erano stati scelti per sorteggio, così come previsto dalla legge leopoldina del 1774. Come ai tempi dei Medici anche nel periodo Lorenese non erano mancati gli aggiustamenti delle borse. Quasi sicuramente la pratica doveva essere in uso anche a Sesto vista la frequenza con cui certi nomi (Ginori, Daddi etc.) ricorrevano fra i membri del Magistrato.

In base alla nuova legge elettorale, su una popolazione di oltre diecimila persone a Sesto erano solo in 359 ad avere i requisiti per il diritto al voto. Eppure a votare andarono solo in 109, cioè meno di quel 50% che rappresentava la soglia minima. Fu una lampante dimostrazione di quanto la popolazione, anche quella più ricca non fosse pronta all’idea della partecipazione alla vita politica. Le istituzioni non erano meno impreparate visto che l’unico seggio fu posto in casa di uno dei candidati. Tra mille difficoltà stava comunque nascendo la democrazia così come oggi la conosciamo.

La settimana successiva si replicò e alla fine furono eletti 18 consiglieri comunali che, a loro volta scelsero i sei Priori che andarono a costituire il Magistrato, una sorta di Giunta ante litteram. Questi i nomi dei Consiglieri: Fossi cav. Gio. batta, Barbieri Luigi, Banchelli Paolo, Fanciullacci Raffaello, Caiani Luigi, Corsi Lorenzo, Ginnanneschi avv. Vincenzio, Corsi Cesare, Brunelli Giuseppe, Zanobini Luigi, Gigli Ottavio, Giolli dott. Filippo, Del Panta Antonio, Carlesi avv. Vincenzio, Baldini Conte cav. Baldino, Giorgi De Pons Enrico, Franceschi Giuseppe, Viti Gaspero.

Il Gonfaloniere fu invece nominato dal Governo Provvisorio con il decreto del 22 dicembre 1859. La carica fu ricoperta dal Marchese Lorenzo Ginori Lisci. I Priori furono: Barbieri Luigi, Brunelli Giuseppe, Banchelli Paolo, Ginanneschi avv. Vincenzio, Corsi Cesare e Franceschi Giuseppe.

Lorenzo Ginori fu il vero protagonista di quella stagione politica. Fu gonfaloniere per un breve periodo, ma continuò a influenzare la politica di quello che sarà il nuovo Comune anche da semplice consigliere. Lo dimostra, fra i tanti, un atto della fine degli anni ’60 quando per la costruzione di una nuova strada fra le colline di Colonnata e Gualdo, l’amministrazione comunale “fecendo assegnamento sulla munificenza del prolodato nobil marchese” gli chiese di assumere la responsabilità dei lavori.

Daniele Niccoli

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