1 ottobre 1928 – L’aeroporto a Peretola

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Aeroporto
Foto tratta dalla pagina Facebook Sesto com'era

Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino, i giorni della nostra storia

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

1 ottobre 1928 – L’aeroporto a Peretola

Nei primi anni del Novecento il campo di Marte di Firenze fu utilizzato come zona di decollo e atterraggio per gli aerei. Fu sede, fino agli anni ‘30 anche di numerose manifestazioni che attirarono un pubblico piuttosto numeroso. La città si stava però pian piano cingendo intorno allo spazio verde e così il 1° ottobre 1928, il consiglio provinciale di Firenze decise di adibire allo stesso uso una parte della piana compresa tra Peretola e Sesto Fiorentino, subito a nord della costruenda autostrada del Mare. La zona era nota all’epoca come Cipresso del Nistro.

La realizzazione di quello che ancora non poteva definirsi aeroporto s’inseriva in più ampio piano di sviluppo urbanistico che comprendeva anche la costruzione della stazione di Santa Maria Novella e dello Stadio e all’epoca – fascista, ricordiamo – la decisione non suscitò quelle polemiche che invece sarebbero state numerose negli anni successivi.

L’inaugurazione avvenne il 4 giugno 1931. Il nuovo campo d’aviazione non era dotato di una vera e propria pista e così gli aerei decollavano e atterravano senza una direzione obbligata. Solo dopo il 1938 fu costruita una pista in macadam lunga un chilometro e larga sessanta metri, che consentì la disciplina delle operazioni.

Per veder sbarcare i primi passeggeri si dovette aspettare la fine degli anni ’40, ma solo con la ricostruzione dell’aerostazione e poi con l’illuminazione e allungamento della pista, avvenuti nel 1984, si è potuto parlare, con una certa cognizione di causa, di aeroporto.

Intanto la città aveva continuato il suo processo di espansione e così la pista si trovò di nuovo stretta fra le abitazioni. Esattamente come cinquant’anni prima i nodi erano arrivati a pettine. L’aeroporto era diventato inadeguato alle esigenze del capoluogo toscano, fastidioso per gli abitanti di Peretola e anche pericoloso.

Per un po’ di tempo si pensò a un nuovo spostamento. Furono prese in considerazione diverse ipotesi ma poi si puntò alla modernizzazione dello scalo di Peretola. Nel 1992  fu inaugurato l’edificio destinato agli arrivi, nel 1994 fu aperto un nuovo parcheggio e, infine, nel 1996 la pista fu allungata di 250 metri. Da allora il traffico passeggeri è notevolmente aumentato, ma le dimensioni della pista continuano a rappresentare un limite.

Non avendo più spazio da sfruttare in direzione nord-est, si è arrivati a progettare una pista parallela (o quasi) all’Autostrada del Sole. Il masterplan, che prevedeva una pista di 2400 metri, è però stato bocciato dal Consiglio di Stato. Ne verrà riproposto un altro? Sono in ballo interessi contrastanti. Di sicuro il previsto Parco della Piana scomparirebbe e anche il destino del Polo Universitario sarebbe incerto. Sulla realizzazione di questa infrastruttura si sono giocate le elezioni comunali di Sesto Fiorentino del 2016 che hanno visto prevalere Lorenzo Falchi, fiero oppositore dell’opera. Ora, alla vigilia delle elezioni del 2021, la questione sembra essere sotto traccia, ma è fuoco sotto la cenere.

Da quel poco che rimane della mia Valdirose osservo con preoccupazione: i luoghi della mia infanzia stanno scomparendo tutti.

Il vecchio diceva guardando lontano:
“Immagina questo coperto di grano.
Immagina i frutti, immagina i fiori
E pensa alle voci, e pensa ai colori.

In questa pianura, fin dove si perde
Crescevano gli alberi e tutto era verde.
Cadeva la pioggia, segnavano i soli
Il ritmo dell’uomo e delle stagioni”.
Il bimbo ristette lo sguardo, era triste.
Gli occhi guardavano cose mai viste.
E poi disse al vecchio con voce sognante:
“Mi piaccion le fiabe. Raccontane altre…” (Francesco Guccini)

 Daniele Niccoli

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