14 agosto 1944 – Rinasce la Società Cooperativa di Sesto Fiorentino

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Sesto com'era

Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino, i giorni della nostra storia

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

14 agosto 1944-Rinasce la Società Cooperativa di Sesto Fiorentino

Nell’agosto del 1944 il CLN, approfittando della fuga a nord dei dirigenti e amministratori fascisti, assunse progressivamente responsabilità del governo. Uno dei primi interventi riguardò la Cooperativa di Consumo. La storica Società, dopo ventidue anni di disastrosa gestione fascista, il 14 agosto 1944 tornò nelle mani dei rappresentanti del popolo.

Fu più un atto simbolico che formale perché solo a liberazione avvenuta fu possibile pensare di riorganizzare l’attività della cooperativa. L’elezione del Consiglio di Amministrazione avvenne solo il 14 ottobre 1944. Giulio Bruschi fu il primo presidente, ma per qualche mese lasciò vacante l’incarico perché impegnato come partigiano nell’esercito di liberazione.

Al suo rientro dovette affrontare i gravi problemi economici ereditati dalla gestione fascista. Priorità assoluta fu il riacquisto dei beni immobiliari malamente venduti negli anni precedenti. Complessa  si dimostrò la trattativa per l’edificio della Casa del Popolo che era stato acquistato da Fosco Giachetti, il famoso attore dei telefoni bianchi. Si narra di un burrascoso confronto tra Giulio Bruschi e la controparte che pretendeva più di quattromilioni. La trattativa si chiuse a 236.000 lire, comunque non poche visto che il prezzo di acquisto era stato di 145.000 lire. Il proprietario degli edifici di piazza Ginori, Roberto Ragionieri invece fu liquidato con la cifra di 200.000 lire.

Fra il 1945 e il 1946, le varie Cooperative di Consumo presenti sul territorio si fusero in un’unica organizzazione pur mantenendo la maggior parte dei punti vendita. Fu il primo passo di un cambiamento lento ma inesorabile che negli anni ha soffocato lo spirito cooperativistico per fare spazio alle logiche di mercato.

Daniele Niccoli

 

 

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