26 dicembre 1907 – Istituzione dell’Ufficio delle Belle Arti e Antichità

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Firenze-Fiesole

Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

26 dicembre 1907 – Istituzione dell’Ufficio delle Belle Arti e Antichità

Il 1907 fu un anno di grandi cambiamenti per la politica fiorentina. In seguito della morte del deputato Domenico Pucci, nel collegio III si svolsero le elezioni suppletive per la sua sostituzione. Il candidato socialista, Giuseppe Pescetti conquistò il seggio, che era stato suo già tre anni prima, sconfiggendo il candidato liberale Emilio Farina.

La sconfitta elettorale determinò una frattura nell’ambito dello stesso partito Liberale, con i clerico-moderati che si separarono definitivamente dai laici più intransigenti. La crisi del movimento facilitò il successo del Blocco Popolare (socialisti, repubblicani e radicali) anche nelle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale che determinarono la caduta della Giunta, il commissariamento del Comune ed elezioni suppletive. Nuovo sindaco fu il radicale Francesco Sangiorgi. Tra i provvedimenti più importanti che assunse la sua Amministrazione vi fu quello del 26 dicembre 1907 relativo all’istituzione dell’Ufficio delle Belle Arti e Antichità presieduto dallo stesso sindaco:

la custodia e la tutela dell’arte sia e debba essere la cosa più cara di cui il Municipio può e deve occuparsi (Francesco Sangiorgi)

L’ufficio fu guidato, fino al 1934, da Alfredo Lensi, ed ebbe l’arduo compito di conservare ben trentadue fra palazzi e ville monumentali, dieci fra chiese e conventi, otto musei, quel che restava delle mura e una serie pressoché infinita di colonne, statue e tabernacoli. Come primo atto, il nuovo organismo municipale, elesse una commissione di dodici consiglieri del sindaco. Ne fecero parte alcune delle più importanti personalità dell’ambiente storico artistico fiorentino e nazionale. Adolfo Orvieto e il principe Tommaso Corsini furono assegnati, per esempio, alle sezioni di Architettura, Storia e Archeologia, mentre il critico d’arte Ugo Ojetti e lo storico dell’arte Bernhard Berenson formarono le sezioni di scultura e pittura.

Berenson, americano di origini lituane, fu un formidabile studioso della arte fiorentina dal Trecento al Cinquecento e ha legato a doppio nodo il suo nome alla città di Firenze che visitò per la prima volta nel 1887 e dove in seguito si stabilì in maniera definitiva. Dal 1907 visse a villa i Tatti di Vincigliata che, al momento della sua morte, fu donata all’Università di Harvard, dove lo stesso Barenson aveva studiato da giovane. Oggi la villa è sede del Centro di Studi sul Rinascimento Italiano della stessa Università.

Mi piacerebbe stare all’angolo di una strada molto frequentata, con il cappello in mano, e pregare la gente di buttarmi tutte le ore che hanno sprecato (Bernhard Berenson)

DANIELE NICCOLI

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