28 marzo 2013 – Danneggiamento del Ratto di Polissena

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Ratto di Polissena
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

28 marzo 2013 – Danneggiamento del Ratto di Polissena

Manfredo Fanti fu uno degli ufficiali più rappresentativi del Risorgimento italiano. Partecipò sia alla prima che alla seconda guerra d’indipendenza. Fu capo dell’esercito sabaudo nella campagna per la liberazione dell’Italia centrale e sconfisse i Borboni nella battaglia di Mola. Nel 1861, in qualità di Ministro della Guerra, decretò la nascita dell’Esercito Italiano. Morì a Firenze il 5 aprile 1865. Il comune di Firenze, per onorarlo, commissionò una statua allo scultore Clemente Papi che la realizzò su un modello di Pio Fedi. Quest’ultimo nel 1865 aveva già realizzato, per Loggia dei Priori, il più famoso Ratto di Polissena.

La giovane troiana che era la più bella tra le figlie di Priamo. Di lei si era innamorato Achille che, secondo la leggenda, si sarebbe recato al tempio di Apollo a Timbra per sposarla, ma qui avrebbe trovato la morte per una freccia scagliata da Paride. Pirro, figlio di Achille, alla disfatta di Troia si sarebbe vendicato e ucciso la bella troiana sulla tomba del padre. La statua rappresenta il momento in cui Pirro, dopo aver ucciso Polidoro, fratello di Polissena, sta per sferrare il colpo che ucciderà anche Ecuba, la madre che lo trattiene. Secondo Dante le cose si svolsero cronologicamente in maniera diversa, ma la vendetta di Pirro fu comunque spietata:

Ecuba trista, misera e cattiva,
poscia che vide Polissena morta,
e del suo Polidoro in su la riva (Dante Alighieri)

I fiorentini, da sempre critici anche nei confronti dei loro migliori artisti, non poterono fare a meno di notare che Pirro era nudo, ma portava l’elmo, mentre il generale risorgimentale indossava il cappotto ma non il cappello. E così ebbero ad obiettare:

Col vento che qui spira tutto l’anno
lei, generale, piglierà un malanno;
per evitare un raffreddor di testa
guardi se Pirro un po’ l’elmo le presta.
E lei, per far cose da cristiano.
gli presti un pezzettino del suo pastrano

Manfredo Fanti 2
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Il 28 marzo 2013 il Ratto di Polissena ha subito un atto di vandalismo. Un turista ha staccato il dito indice della mano sinistra. L’episodio ha riproposto l’annoso problema della tutela delle opere d’arte, soprattutto quando si trovano in un museo a cielo aperto come la Loggia dei Priori e Piazza della Signoria.

Daniele Niccoli

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2 COMMENTI

  1. Conoscevo la storia. E anche il commento in versi dei fiorentini, anche se leggermente diverso.
    Leggo sempre questa Rubrica. Sono una Guida Turistica di Firenze.
    Gian Piero

  2. Grazie. Ovviamente i suggerimenti, se ci sono, son ben graditi

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