31 marzo 1945 – Sesto stampa moneta

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Coop di Piazza Vittorio Veneto
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Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore dei libri Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino – I giorni della nostra storia

Fatti e date che caratterizzano la storia e la cronaca della città di Sesto con la speranza che ci possano aiutare a conoscere la nostra semenza e a intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

31 marzo 1945 – Sesto stampa moneta

 Non essendo un economista mi è impossibile stabilire se la carta moneta stampata dalla Casa del Popolo di Sesto Fiorentino all’inizio degli anni ’50 sia paragonabile ai minibot proposti dal presidente della Commissione bilancio della Camera, il leghista Claudio Borghi. Certo, la notizia pubblicata il 10 giugno 1950 dal Corriere d’informazione (quotidiano del pomeriggio e della notte che usciva alle 17, alle 20 e alle 24) mi ha colpito ed è di quelle che fa sorridere e riflettere allo stesso tempo

 

Una singolare questione in materia di leggi finanziarie è sorta a Sesto Fiorentino dove alcune cooperative di operai hanno emesso “buoni” che consentono ai possessori l’acquisto di merci presso le cooperative stesse

 

Si trattava di una moneta (buoni d’acquisto) che permetteva ai possessori di comprare generi di prima necessità presso le cooperative del territorio. Erano tempi difficili. La guerra aveva lasciato miseria e fame, il boom economico era lontano da venire e l’iniziativa della Casa del Popolo rappresentò una forma di solidarietà necessaria di cui i sestesi andavano orgogliosi.

Furono stampati sei diversi tagli di carta-moneta equivalenti a 1, 2, 5, 10, 50 e 100 lire. Il vantaggio era doppio. La cooperativa disponeva in anticipo delle risorse finanziarie per l’acquisto delle merci, i soci ottenevano la giusta redistribuzione degli utili. Non si trattava comunque di una novità. A Sesto ci avevano pensato già nel 1891 appena venti giorni dopo la nascita della cooperativa.

Le regole, giuste o sbagliate, però, c’erano anche allora e la Guardia di Finanza arrivò a confiscare otto milioni di questa strana valuta. Ci furono delle ripercussioni? L’articolo non lo dice ma in soccorso ci viene un ricordo dell’ex presidente della Cooperativa “Casa del Popolo” Edoardo Lastrucci

 

La cosa era così tranquilla che quella moneta della “zecca cooperativa sestese” era divenuta moneta corrente che i sestesi spendevano e veniva accettata anche in tramvai e dalla stessa concorrenza commerciale.

E fu forse a causa di quel successo e di quella larga diffusione che in pieno periodo scelbiano, le autorità monetarie intervennero per sopprimere la “zecca”.

Il colpo fu duro, ci fu un processo e una condanna per violazione delle leggi monetarie. Ma i Sestesi compresero che indipendentemente dai meccanismi, il prestito alla cooperativa doveva in qualche modo continuare ad essere fatto e a quel “giuramento” anche le generazioni successive hanno mantenuto fede (Edoardo Lastrucci)

 

Il 26 maggio del 1954 la Cancelleria del Tribunale di Firenze restituì alla cooperativa la moneta sociale con l’obbligo della sua distruzione. Fu il cassiere Cesare Paoletti a occuparsene.

Daniele Niccoli

 

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