5 novembre 1966 – Arrivano gli Angeli del Fango

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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

5 novembre 1966 – Arrivano gli angeli del fango

 

Per mezza Toscana si spazia
un fiumicel che nasce in Falterona
e cento miglia di corso nol sazia (Dante Alighieri)

Sarà anche un fiumicel, ma periodicamente l’Arno ha ricordato ai fiorentini che non costituisce solo un decoro cittadino, ma che. anzi, rappresenta un possente elemento della natura che avrebbe bisogno delle continue cure dell’uomo.

All’alba del 4 novembre 1966, dopo giorni di piogge incessanti, le acque dell’Arno si riversarono in città superando le spallette prima nella zona del lungarno Benvenuto Cellini e poi via via sul lungarno Acciaioli, quello delle Grazie fino a che la spalletta di Piazza Cavalleggeri cedette e la furia dell’Arno si abbatté sulla Biblioteca Nazionale e sul quartiere di Santa Croce.

E mentre tu cerchi di stare a galla
L’Arno trabocca laggiù dalla falla (Riccardo Marasco)

Per cause più o meno dirette morirono più di venti persone. Ingentissimi furono i danni al patrimonio artistico. Dalla porta del Paradiso si staccarono quasi tutte le formelle. I depositi degli Uffizi furono allagati. Nei magazzini della Biblioteca Nazionale migliaia di manoscritti, anche rari, furono coperti dal fango e dalla nafta.

Il simbolo di quell’alluvione rimase però il Crocefisso di Cimabue che si trovava nella basilica di Santa Croce. Le acque e il fango staccarono gran parte della superficie pittorica che, nonostante un lungo e accurato restauro, è da considerarsi perduta per sempre.

Il dramma di Firenze, se da una parte dimostrò l’assoluta inadeguatezza dello Stato a ricoprire compiti di protezione civile, dall’altra regalò una delle più straordinarie gare di solidarietà. Migliaia di persone, giovani, ma non solo, si riversarono a Firenze per spalare il fango, per distribuire i viveri, per recuperare i libri e le opere d’arte. Provenivano da tutto il mondo e rimasero famosi come angeli del fango. Tra loro anche un giovane Ted Kennedy.

Il 1966 non si può certo collocare nel medioevo. Streghe e superstizioni a quel tempo ce l’eravamo abbondantemente lasciate indietro eppure non è mancato chi, in maniera molto ironica, ha voluto dare la colpa alle donne anche di quel flagello:

O brutta imbecille! E Dio,
per far restar vergine una come te,
affoga tutta Firenze?  (geometra Rambaldo Melandri)

DANIELE NICCOLI

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